APPUNTI STORIA (PIETRO VACCARI)
La questione sociale o operaia
Nell'Ottocento il proletariato urbano vive ancora in condizioni di miseria e sfruttamento estremi:
- 12/14 ore di lavoro al giorno con turni di notte e senza ferie.
- lavoro minorile e femminile sottopagato (anche 10 volte meno rispetto a quello di un maschio adulto).
- salari bassissimi a causa dell’abbondanza di manodopera.
- licenziamenti senza regole, resi più frequenti dalle crisi di sovrapproduzione.
- nessuna assistenza in caso di malattia, invalidità o vecchiaia (non esiste la pensione).
- ambienti di lavoro nocivi: troppo caldi, freddi o umidi, pieni di fumo, di rumori assordanti e di sostanze inquinanti.
- quartieri operai malsani: sovraffollati, senza servizi igienici (nessuna rimozione dei rifiuti, l’acqua potabile si prende facendo la fila alle fontane, le latrine sono rare), case piccole.
Gli operai protestano e si organizzano per migliorare le proprie condizioni attraverso:
- Le associazioni di mutuo soccorso in cui gruppi di lavoratori mettono in comune una parte del loro salario per utilizzarlo in caso di malattie, infortuni, disoccupazione e vecchiaia, e le cooperative di consumo, società di lavoratori che acquistano all'ingrosso beni di consumo (alimenti, carbone) e li rivendono a prezzi bassi rinunciando a parte del guadagno.
- i sindacati, cioè associazioni operaie (dal greco svn = insieme e dike = giustizia), che indicono scioperi, astensioni collettive dal lavoro che danneggiano gli imprenditori poiché interrompono la produzione, per ottenere delle riforme (salari e orari di lavoro migliori): inizialmente vietati, i sindacati sono poi ammessi dalla legge (nel 1825 in Inghilterra le Trade Unions, legalizzate definitivamente nel 1871), ma spesso i governi reprimono le manifestazioni nel sangue.
⇒ il diritto di sciopero viene riconosciuto per la prima volta in Inghilterra solo nel 1875.
- i partiti socialisti:
- 1875 P. socialdemocratico (Germania)
- 1892 P.S.I. (Italia, Genova)
- 1893 Labour Party (Inghilterra)
all'interno dei quali si confrontano rivoluzionari e riformisti o socialdemocratici.
⇒ I due gruppi si scontrano nella Prima e Seconda Internazionale, due importanti convegni dei rappresentanti dei partiti operai europei:
- 1864, Londra: prevale il pensiero di Karl Marx ed escono dall'Internazionale i democratici di Mazzini; pochi anni dopo vengono espulsi gli anarchici del russo Bakunin, che mirano ad abolire ogni forma di stato, governo e proprietà privata attraverso rivolte non organizzale e attentati (v. l'omicidio di Umberto ).
- 1889, Parigi: prevale la componente riformista e, per ottenere la riduzione della giornata lavorativa a otto ore, viene stabilita una giornata di lotta internazionale da tenersi ogni anno il Primo Maggio (in ricordo di un drammatico sciopero organizzato a Chicago tre anni prima: una bomba viene lanciata tra la folla e otto operai, poi risultati innocenti, sono condannati a morte).
Le reazioni alla questione sociale e alle proteste operaie sono differenti:
- il papa Leone XIII con l'enciclica (una lettera in latino) Rerum Novarumm (Le novità", 1891) condanna le idee socialiste e il principio della lotta di classe, mentre invita imprenditori e lavoratori all'accordo e alla collaborazione, enunciando i rispettivi doveri di ciascuno:
- operai: devono essere laboriosi rispettare le gerarchie sociali, quindi non scioperare e non usare la violenza.
- capitalisti: devono rispettare la dignità degli operai e dare loro la “giusta mercede".
- molti industriali reagiscono agli scioperi con le serrate cioè la chiusura dell'azienda e la sospensione delle sue attività, per intimorire gli operai togliendo loro il lavoro e la corrispondente retribuzione.
- governi di Inghilterra, Francia e Germania prendono i primi provvedimenti in difesa dei lavoratori (legislazione sociale):
- 10 ore di lavoro giornaliero.
- miglioramento delle condizioni di lavoro dal punto di vista igienico-sanitario e della sicurezza.
- limitazione del lavoro minorile.
- aumento dei salari femminili.
- riconoscimento del diritto di sciopero.
- salario minimo garantito.
Problemi e governi dell'Italia unita
Nell’Italia unita, dove può votare solo il 2% della popolazione (maschi dai 24 anni in su, capaci di leggere e scrivere e con un certo reddito) si alternano al governo due partiti (bipartitismo):
- la Destra storica (1881-76):
- seguaci di Cavour.
- aristocratici e ricchi borghesi.
- liberali moderati a favore della monarchia.
- la Sinistra storica (1876-96)
- mazziniani e garibaldini.
- democratici e repubblicani.
che devono affrontare numerosi problemi:
- arretratezza economica:
- agricoltura esclusiva (latifondi al Sud).
- materie prime scarse e poche industrie.
- capitali insufficienti.
- rete stradale e ferroviaria poco sviluppate.
- pesi, misure, monete, sistemi di tassazione diversi.
- malattie provocate dalla miseria (pellagra, malaria, colera, tifo...).
Di conseguenza tra il 1888 e il 1891 si registra un picco nell'emigrazione degli Italiani all'estero (soprattutto USA e America latina).
- Questione meridionale:
il divario tra Nord e Sud è economico, culturale, sociale e linguistico e la popolazione del Sud si sente "dominata" dal governo centrale piemontese che impone:
- nuove tasse.
- servizio militare: la partenza di una recluta reca un danno economico alla famiglia povera perché perde forza-lavoro.
- leggi piemontesi (codice civile unico).
- vendita all'asta di terreni comunali e ecclesiastici a nobili e ricchi latifondisti, mentre i contadini speravano in una riforma agraria, cioè nella distribuzione tra loro dei latifondi dei nobili e della Chiesa.
- liberalismo laico (v. Cavour: "Libera Chiesa in libero Stato'"): l'indipendenza dello Stato e l'uguaglianza dei cittadini non cattolici vengono confusi con I'ateismo.
Di conseguenza esplode il brigantaggio; contro i Piemontesi visti come oppressori: ai briganti si uniscono contadini ribelli, militari del disciolto esercito borbonico, giovani che rifiutano la leva militare; da Roma il deposto Francesco di Borbone finanzia i rivoltosi e lo Stato risponde con la guerra al brigantaggio (1861 - 65), proclamando cioè lo stato d'assedio e iniziando una feroce repressione: i militari danno alle fiamme interi paesi, compiono esecuzioni sommarie tra la popolazione civile ed eseguono fucilazioni di massa.
- Analfabetismo:
riguarda il 78% della popolazione totale e il 90% della popolazione del Sud (inoltre, I'Italiano è parlato da pochissimi. la maggioranza usa il dialetto).
Di conseguenza con la legge Coppino (1877) la scuola elementare diventa gratuita e obbligatoria dai ó ai 9 anni (prima era privata e gestita dalla Chiesa, tranne nel Regno di Sardegna e in Lombardia) e per le famiglie che evadono l'obbligo sono previste sanzioni.
Il governo della Destra storica (1861 - 1876)
Dal 1861 al 1876 è al governo la Destra di Rattazzi, Minghetti, Sella, La Marmora, Ricasoli e D'Azeglio, che crea uno Stato fortemente accentrato, in cui i prefetti, rappresentanti del governo centrale, controllano le province e i Sindaci vengono nominati dal re, che ha come Costituzione lo Statuto Albertino e che consegue diversi obiettivi:
- completa I'unificazione italiana con l'annessione di Veneto e Roma.
- la Terza guerra d'indipendenza (1866): il governo italiano si allea con la Prussia del cancelliere (capo del governo) Bismarck nella guerra austro-prussiana: gli italiani sono sconfitti a Lissa (isola nell'Adriatico) e a Custoza, ma i prussiani vincono contro gli austriaci a Sadowa
⇒ L’Italia ottiene il Veneto (un plebiscito ratifica l'annessione), mentre Garibaldi, sconfitti gli austriaci a Bezzecca (Trento), ha invaso il Trentino, ma viene costretto a fermarsi dal re (”Obbedisco”).
- la presa di Roma (1870): dopo la spedizione dei Mille Garibaldi tenta due volte di prendere Roma, ma viene fermato prima sull'Aspromonte dall'esercito italiano, poi a Mentana dall'esercito francese, rimasto a difesa del papa dai tempi della Repubblica romana.
Vista la debolezza di Napoleone III nella guerra franco-prussiana (disfatta di Sedan), l'esercito italiano conquista Roma il 20 settembre del 1870, quando i bersaglieri del gen. Cadorna aprono la breccia di Porta Pia.
- Roma viene annessa al Regno d'Italia con un plebiscito e, dopo Torino e Firenze (dal 1864), diventa capitale d'Italia (1871).
- La Legge delle guarentigie (garanzie), approvata dal Parlamento italiano assegna al nuovo Stato Vaticano i palazzi del Vaticano, del Laterano e di Castel Gandolfo e una somma annuale di denaro per mantenere la corte papale, ma il papa Pio IX si dichiara "prigioniero dello Stato italiano", scomunica re, ministri e parlamentari e proibisce ai cattolici di partecipare alla vita politica (enciclica Non expedit ="Non conviene").
- la Terza guerra d'indipendenza (1866): il governo italiano si allea con la Prussia del cancelliere (capo del governo) Bismarck nella guerra austro-prussiana: gli italiani sono sconfitti a Lissa (isola nell'Adriatico) e a Custoza, ma i prussiani vincono contro gli austriaci a Sadowa
- ottiene il pareggio di bilancio attraverso l'imposizione di forti tasse, tra cui la tassa sul macinato, cioè sulla farina (prodotto della macinazione dei cereali), che provoca il rialzo del prezzo del pane e, quindi, il malcontento popolare.
- crea un mercato nazionale: imprese straniere costruiscono una nuova rete ferroviaria (triplicata entro il 1871), viene adottata la lira come moneta unica e dogane e dazi vengono aboliti.
- le poche industrie del Sud, non più protette dai dazi sulle merci importate, non reggono alla concorrenza e chiudono.
- crea un esercito comune: viene esteso a tutto il regno l'obbligo del servizio militare, che dura alcuni anni e che regioni come la Sicilia non avevano mai conosciuto.
- per le famiglie contadine l'allontanamento dei figli significa perdita di forza lavoro e aumento della miseria.
L'ltalia umbertina: il governo della Sinistra storica e la crisi di fine secolo (1878 - 1896)
Dal 1878 al 1900 regna il figlio di Vittorio Emanuele II: Umberto I di Savoia, durante I'età Umbertina al governo c'è la Sinistra prima con
- Depretis (1876-87) che:
- abolisce la tassa sul macinato.
- fa la riforma della scuola elementare (Legge Coppino, 1877):
- è gratuita e obbligatoria dai 6 ai 9 anni (prima e seconda elementare + un anno di corso serale o festivo).
- sono previste delle sanzioni per le famiglie che disattendono all'obbligo.
- i programmi non prevedono l'insegnamento della religione ma dei "doveri dell'uomo e del cittadino".
- riforma la legge elettorale:
il voto viene allargato a chi ha 21 anni (invece di 25) e un certo reddito (20 lire di tasse, invece di 40) o un certo livello di istruzione (seconda elementare).
⇒ può votare il 7% della popolazione (anche molti operai).
- crea la Triplice Alleanza,
un patto difensivo con Austria e Germania (ingenti capitali tedeschi finanziano molte industrie italiane) che provoca l'indignazione dei patrioti (a Trieste I'irredentista Oberdan, fallito un attentato contro l'imperatore austriaco, viene condannato a morte).
- prende provvedimenti a favore dei lavoratori:
- istituisce la Cassa Nazionale per gli infortuni sul lavoro per aiutare i lavoratori che hanno avuto incidenti sul lavoro, seguita poi dalla Cassa nazionale per la vecchiaia e l'invalidità e la Cassa nazionale per la maternità delle lavoratrici.
- fa approvare una legge a tutela del lavoro delle donne e dei bambini.
- attua il protezionismo economico (tasse sui prodotti esteri)
per favorire lo sviluppo industriale e delle aziende agricole del Sud (i cercali americani costano poco), ma la Francia risponde imponendo tasse sui prodotti agricoli italiani (vino, olio, agrumi) e il Sud ne è danneggiato.
- inaugura il trasformismo politico, cioè l'alleanza con la Destra contro le estreme sinistra e destra, ottenuta con accordi o anche in cambio di favori (ad esempio, posti di lavoro) a qualche deputalo: le differenze ideali tra i due schieramenti vengono cancellate e si verificano i primi casi di corruzione politica.
- fallisce la conquista dell'Abissinia o Etiopia (sconfitta di Dogali).
- e poi con Crispi (1887-96) che:
- abolisce la pena di morte (Codice Zanardelli, 1890).
- riconosce il diritto di sciopero (Codice Zanardelli, 1890), ma solo dopo aver represso nel sangue moti dei Fasci siciliani (contadini e lavoratori dello zolfo socialisti riuniti in leghe) e i moti degli operai delle cave di marmo in Lunigiana (Toscana) che protestavano contro le tasse e il carovita.
- conquista Eritrea e Somalia, ma non l’Etiopa (sconfitta di Adua).
I governi autoritari e l'assassinio del re Umberto I
Dopo la Sinistra, va al governo il marchese Di Rudini deputato della Destra, che proclama lo stato d'assedio in occasione delle manifestazioni operaie a Milano (1898) contro I'aumento del presso del pane.
⇒ il generale Bava-Beccaris spara cannonate sulla folla, causando 80 morti e 450 feriti, e viene decorato dal re Umberto I per il "grande servizio reso alla civiltà".
⇒ Il nuovo capo del governo, il generale Pelloux, vuole ridurre i poteri del Parlamento e le libertà di stampa e di associazione ma gli elettori votano contro questa politica autoritaria e lo costringono alle dimissioni.
⇒ Nel luglio del 1900 il giovane anarchico Gaetano Bresci uccide il re Umberto I per vendicare i morti di Milano: condannato all'ergastolo, muore in carcere un anno dopo in circostanze poco chiare.
Il socialismo
II socialismo un movimento politico che rappresenta gli interessi del proletariato (come il liberalismo rappresenta quelli della borghesia) e si pone i seguenti obiettivi:
- miglioramento delle condizioni di lavoro (orari, sicurezza...).
- distribuzione delle ricchezze più equa (salari più alti).
- suffrago universale maschile.
- abolizione della proprietà privata (comunismo).
Il socialismo si divide in:
- Utopistico (prima metà dell'Otocento):
I filosofi francesi Saint-Simon e Fourier e l'industriale inglese Owen credono nel riformismo e nella collaborazione fra le classi sociali e tentano di dare vita a piccole comunità di lavoratori Ispirate ai principi di uguaglianza c giustizia:
- Fourier idea il falansterio, un grande edificio che ospita una comunità di circa 1700 persone organizzate in cooperative di produzione e di consumo.
- Owen gestisce con successo la fabbrica modello di New Lanark (salari buoni, abitazioni salubri, asilo infantile, fondo malattia e pensionamento, assistenza medica, riduzione lavoro minorile...), ma deve trasferirsi negli USA dove cerca senza successo di realizzare la comunità cooperativa di New Harmony (un enorme edificio con locali per il lavoro, per il tempo libero e tutti i servizi necessari).
- Scientifico (seconda metà dell'Ottocento):
il filosofo tedesco Karl Marx scrive il Manifesto del partito comunista (1848) con Friedrich Engels e Il Capitale nei quali:
- analizza i problemi della società borghese:
- i capitalisti realizzano alti profitti perché mantengono bassi i costi di produzione attraverso lo sfruttamento del lavoro operaio.
- se la produzione aumenta in modo disordinato, ci saranno crisi di sovrapproduzione, quindi licenziamenti.
- teorizza il materialismo storico:
la storia è un susseguirsi di lotte di classe tra classi dominanti e classi dominate (patrizi e plebei, nobili e borghesi, borghesi e proletari), quindi è determinata da fattori materiali (bisogni degli uomini, rapporti tra chi lavora e chi possiede i mezzi di produzione...) più che ideali.
- teorizza il comunismo:
il proletariato deve acquisire una coscienza di classe, cioè la consapevolezza di essere una classe sociale sfruttata dai capitalisti borghesi ("Proletari di tutti i Paesi, unitevi!"), fare la rivoluzione e instaurare temporaneamente la dittatura del proletariato per costruire una società in cui
- è abolita la proprietà privala dei mezzi di produzione (terre, materie prime, macchinari).
- sono abolite le classi sociali.
- analizza i problemi della società borghese:
La seconda rivoluzione industriale e la "Belle Epoque”
La seconda rivoluzione industriale 1870 che riguarda l'industria metallurgica e meccanica (ponti, binari... ).
dovuta a:
- Nascita delle società per azioni (s.p.a): grani società che possono disporre di enormi capitali grazie alle vendite delle loro azioni.
- Taylorismo: un’organizzazione del lavoro basata sulla “catena di montaggio” dello statunitense Taylor.
- Formazione di trust: alleanze (o cartelli) tra imprese dello stesso settore che gestiscono da monopolisti la produzione e la vendita di un prodotto in un vasto territorio.
utilizza:
- nuovi materiali: l’acciaio (ferro+carbonio), prodotto dall’ industria siderurgica, permette lo sviluppo di
- armi più potenti e precise (cannoni, mitragliatrici, navi corazzate...) ⇒ le spese per gli armamenti aumentano,
- lo stile Liberty o Art Nouveau, caratterizzato dall’utilizzo di motivi floreali, della linea curva, e di altri materiali come il ferro e il vetro (v. il Crystal Palace di Londra)
- nuove fonti energetiche: oltre al carbone per il motore a vapore vengono utilizzati
elettricità:
- lampadina (Edison, USA),
- centrali elettriche (General Electric e Westinghouse USA, AEG e Siemens tedesche, Edison italiana),
- illuminazione elettrica (al posto dei lampioni a gas) nelle grandi città
petrolio:
- benzina per il motore a scoppio (italiani Barsanti e Matteucci)
- nafta per il motore diesel (tedesco Diesel)
produce:
- lo sviluppo di scienza e tecnologia:
- genetica (Mendel, trasmissione caratteri ereditari).
- evoluzionismo (Darwin).
- psicoanalisi (Freud: i traumi rimossi agiscono nell’inconscio).
- radioattività (Curie: il radio è un elemento chimico che emette forti radiazioni).
- fisica atomica (Rutherford individua il nucleo).
- teoria della relatività (Einstein: spazio e tempo dipendono da osservazione e misurazione).
- dinamite (Nobel).
- raggi X (Roentgen: le immagini della radioscopia degli organi interni vengono fissate sulla radiografia).
- vaccino (Pasteur per rabbia o idrofobia, poi peste, colera, tubercolosi, tifo, vaiolo).
- anestetici e aspirina.
- concimi chimici per l’agricoltura.
- soda per vetro e saponi.
- coloranti sintetici.
- plastica.
- acqua corrente (docce, gabinetti, lavabi).
- lo sviluppo di trasporti e telecomunicazioni:
- reti ferroviarie, anche transcontinentali (Transiberiana, Transandina).
- canali (Suez e Panama).
- aeroplano (fratelli Wright).
- bicicletta e motocicletta.
- metropolitana.
- tram elettrico (Siemens).
- automobile (Daimler e Benz, Peugeot, Opel, Fiat, Ford, Daihatsu) e pneumatico (Dunlop).
- telegrafo elettrico (Morse, via cavo) e telegrafo senza fili (Marconi, via radio attraverso onde elettromagnetiche, scoperte da Hertz).
- telefono (Meucci, Bell).
- pellicola fotografica (Eastman).
- cinematografo (fratelli Lumière).
- fonografo e grammofono.
⇒ avanguardia artistica del Futurismo (Italia).
La Belle Epoque (1880-1914)
- è per la borghesia un periodo di
- progresso: la mortalità diminuisce e la speranza di vita cresce grazie al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.
- benessere: produzione in serie (catena di montaggio), grande distribuzione e pubblicità favoriscono la diffusione dei beni di consumo; il tempo libero viene impiegato per viaggi, villeggiature e la fruizione come spettatori di sport come calcio, ciclismo e automobilismo.
- pace: dopo la guerra franco-prussiana del 1870 si fa maggior ricorso alla diplomazia.
- mentre i contadini e operai sono costretti a emigrare verso Americhe e Australia (11 milioni di europei nel periodo 1900-1910) oppure a subire crisi economiche ricorrenti e la repressione delle lotte sociali.
⇒ Le avanguardie artistiche esprimono l’entusiasmo e le paure di un mondo pieno di contraddizioni.
Belle Epoque e società di massa
A causa di:
- l’urbanesimo cioè l’immigrazione di grandi masse dalle campagne e dai piccoli centri nelle grandi città.
- l’alfabetizzazione dovuta all’istruzione elementare di massa obbligatoria.
- il suffragio universale maschile introdotto in Francia e in Germania nel 1871, poi in altri Paesi europei e in Italia nel 1912.
durante la Belle Epoque in Occidente nasce la società di massa che si caratterizza per:
- i consumi di massa che sono favoriti da:
- la produzione in serie (taylorismo e catena di montaggio).
- la crescita della distribuzione (grandi magazzini, vendita per corrispondenza e a domicilio, pagamento rateale).
- la nascita della pubblicità, che crea nuovi “bisogni”.
- i partiti di massa: la partecipazione alla vita politica cresce grazie ai partiti socialisti e ai partiti di ispirazione cristiana; chi appartiene a un partito condivide un’ideologia, cioè dei princìpi, dei valori, delle speranze, una visione della società e del mondo; gli aderenti a un partito acquistano una tessera, si abbonano al giornale e partecipano ai congressi, cioè le assemblee del partito.
- l’intrattenimento di massa, soprattutto con l’avvento del cinematografo.
- la nascita del Welfare State: dopo le leggi sociali tedesche di Bismarck di fine Ottocento, i governi liberali inglesi dei primi del Novecento, per evitare l’inasprirsi dello scontro sociale, pongono le basi dello Stato assistenziale con:
- pensioni statali ai lavoratori anziani.
- assicurazione contro le malattie e contro la disoccupazione (sistema previdenziale).
- uffici di collocamento.
- salario minimo.
- riduzione a 8 ore della giornata lavorativa dei minatori.
- la nascita del femminismo: dopo anni di proteste pacifiche (scioperi della fame, petizioni al parlamento, incatenamento ai lampioni...) le suffragiste inglesi (chiamate con disprezzo suffragette) di Emmeline Pankhurst ottengono il voto (1918), la Finlandia l’aveva già concesso nel 1906, l’Italia e la Francia lo concederanno solo nel 1945, la Svizzera nel 1971 e il Portogallo nel 1976.
- diffusione del nazionalismo: le classi dirigenti e i governi di vari Paesi stimolano l’amor di patria, il sentimento di appartenenza a una comunità nazionale (simboleggiata dalla bandiera e dall’inno nazionale), attraverso:
- feste, cerimonie e monumenti.
- l’insegnamento della lingua e della storia nazionale nelle scuole.
- l’esercito, dove giovani di regioni diverse fanno il servizio militare obbligatorio insieme.
ma presto l’amor di patria diventa per molti esaltazione della superiorità della propria patria, rancore e desiderio di rivincita militare nei confronti delle altre nazioni, viste come nemiche: il nazionalismo è favorito dai governi che vogliono ottenere i voti popolari e far accettare meglio la guerra all'opinione pubblica.
Dalla crisi economica di fine Ottocento all’imperialismo e al razzismo
Nell’età della seconda rivoluzione industriale, dopo una crisi di sovrapproduzione (1873) che aveva provocato la caduta dei prezzi il capitalismo industriale pone fine al liberismo e instaura:
- il protezionismo: i governi europei (eccetto quello della Gran Bretagna) introducono forti tasse sulle importazioni in difesa delle industrie nazionali.
- i trust, cioè delle alleanze (o cartelli) di produttori dello stesso settore finalizzate al controllo dei prezzi (v. petrolio Standard Oil, USA e acciaio Krupp, Germania).
⇒ si creano monopòli e oligopòli, cioè settori produttivi dominati da un’unica impresa o da poche imprese.
- inaugura una nuova fase del colonialismo basata sul doppio sfruttamento delle colonie come fornitrici di materie prime e come mercati di consumatori, utili a evitare crisi di produzione, che prende il nome di imperialismo
Imperialismo e razzismo
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Le colonie sono sottosviluppate e sfruttate:
- disboscamento delle foreste.
- crisi delle attività artigianali locali.
- sfruttamento delle miniere.
- creazione di piantagioni con monocolture.
Si sviluppano le le teorie del
- razzismo per cui la razza bianca è superiore alle altre (darwinismo sociale: come in natura, anche nella società umana c’è una selezione naturale che distingue gli individui e i popoli adatti a dominare da quelli destinati a essere oppressi, quindi le diseguaglianze sociali sono inevitabili e le riforme inutili).
- e della missione civilizzatrice dell’Occidente per cui i bianchi, razza superiore, hanno il dovere di portare il progresso e la civiltà ai “selvaggi” anche con la forza (N.B.: all’interno della razza bianca, il gruppo superiore è la stirpe germanica o ariana, quella ebraica è inferiore→ antisemitismo).
Giustificando:
- lo sfruttamento economico.
- genocidi e stermini.
- la spartizione dei territori primo tra tutti l’Africa (conferenza di Berlino, 1884-5).
Gli imperi coloniali: l’Africa
Dopo le esplorazioni dei britannici:
- Livingstone, un medico e missionario che scopre le cascate Vittoria sul fiume Zambesi.
- Stanley, un giornalista che, partito alla ricerca dello scomparso Livingstone, esplora il bacino del Congo e scopre le sorgenti del Nilo.
nella Conferenza di Berlino (1884-5) le potenze europee concordano la spartizione dell’Africa, (nel 1914 restano solo due Stati indipendenti: la Liberia, fondata a metà Ottocento da benefattori americani e popolata da ex schiavi neri, e l’Etiopia, più volte attaccata dall’Italia) cui fanno seguito.
- l’inasprirsi dei conflitti tribali (tribalismo).
- nella conquista del continente gli europei sfruttano le rivalità tra le varie tribù per indebolire la resistenza africana.
- nella spartizione vengono creati confini arbitrari che costringono tribù nemiche a convivere nello stesso Stato e che dividono una stessa tribù tra Stati vicini (v. Congresso di Vienna).
⇒ i conflitti etnici di oggi hanno le loro radici nella politica dei colonizzatori.
- lo sviluppo di un’economia debole: i colonizzatori aprono scuole e ospedali, introducono tecniche agricole e minerarie moderne e costruiscono ferrovie dalla costa all’entroterra, ma da questi miglioramenti traggono vantaggio loro stessi, mentre.
- l’agricoltura africana coltiva pochi prodotti o uno solo (monocoltura) per l’esportazione (cotone in Sudan, caffè in Kenya, cacao in Ghana, arachidi in Senegal).
- le materie prime vengono prodotte a basso costo e portate in Europa (rame in Congo, diamanti e oro in Sudafrica).
- i prodotti finiti, più costosi, vengono importati dall’Europa.
l’economia delle colonie dipende dagli Stati europei che acquistano i loro prodotti: se questi non vengono più comprati o se il loro prezzo crolla, i Paesi africani vengono colpiti da gravi crisi economiche.
- la guerra anglo-boera: gli Inglesi, che possiedono la Colonia del Capo (Africa del Sud), sconfiggono i Boeri, coloni di origine olandese che abitano le regioni dell’interno dove sono stati trovati oro e diamanti.
⇒ il Sudafrica diventa Unione Sudafricana, una federazione di due stati boeri e due stati inglesi: dal 1933 vengono emanate delle leggi che istituiscono la segregazione razziale (apartheid), durata fino al 1991.
Gli imperi coloniali: l’Asia
L’India
All’inizio del Novecento all’impero britannico, che si estende sul 20% delle terre emerse e comprende un quarto della popolazione mondiale, appartengono sia basi militari come Gibilterra e Malta (Mediterraneo), Aden e Singapore (Asia) sia colonie come Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica (colonie di popolamento), diversi stati dell’Africa orientale (colonie di sfruttamento) e India occupata a partire dal XVIII secolo attraverso la Compagnia delle Indie Orientali e affidata nell’Ottocento al governo di un viceré (capitale Calcutta), poco prima che la regina Vittoria venga proclamata “imperatrice delle Indie”.
⇒ Sotto il dominio britannico si assiste a una profonda trasformazione dell’organizzazione economica e sociale del Paese:
- creazione di opere pubbliche:
- strade e ferrovie, canali e ponti servono a trasportare materie prime (cotone e tè) ai porti, da dove sono esportate in Inghilterra per essere lavorate e poi ritrasportate in India dove vengono vendute, negli ospedali lavorano medici e infermieri indiani.
- nelle scuole si insegna in inglese.
- nelle università, riservate alle classi sociali privilegiate, viene formata una nuova classe intellettuale indiana.
- introduzione di leggi scritte basate sull’uguaglianza dei cittadini, mentre la società indiana è fondata sulla differenza tra caste:
- il rito del sati (l’obbligo per le vedove di farsi bruciare sul rogo del marito morto) viene abolito e l’infanticidio femminile contrastato.
- tutti possono accedere al lavoro nelle grandi fabbriche e alle professioni (medici, insegnanti, impiegati...), prima riservate ciascuna a una casta
- indebolimento dell’economia locale:
- l’agricoltura non produce più per l’autoconsumo ma per l’esportazione, quindi i villaggi (dove prima la terra apparteneva a tutti, mentre ora si diffonde il latifondo) perdono la loro autosufficienza alimentare e, durante le carestie, molte persone muoiono.
- la fiorente manifattura indiana che produce tessuti di cotone viene completamente rovinata dalla concorrenza di quella inglese, che fa coltivare il cotone in India, poi lo importa in Inghilterra per farlo lavorare con tecniche più avanzate: i prodotti britannici hanno un costo di molto inferiore a quelli indiani che rimangono invenduti.
La Cina
Il secolare impero con capitale Pechino deve affrontare
- la guerra dell’oppio contro l’Inghilterra che importa illegalmente la droga dall’India britannica.
⇒ sconfitta, la Cina è costretta a:
- tollerare il commercio dell'oppio.
- firmare con i britannici dei trattati che prevedono l'apertura di nuovi porti al commercio.
- cedere Hong Kong al Regno Unito.
l’imperialismo europeo in Cina: numerose altre potenze europee occupano città e territori e firmano con Pechino trattati commerciali “ineguali”, dando in cambio armi e soldati per reprimere le rivolte, spesso dovute alla fame, contro l’imperatore e gli stranieri.
- la guerra contro il Giappone per il controllo della Corea ⇒ la Cina viene sconfitta.
una grave crisi economica e la forte presenza straniera provocano la rivolta dei Boxer (1900): una setta segreta nazionalista e xenofoba che pratica una particolare forma di pugilato scatena una guerra contro le potenze occidentali da cui la Cina esce nuovamente sconfitta.
⇒ i rivoluzionari del partito nazionalista del popolo (Kuo Min-Tang), fondato da Sun Yat-sen, insieme a contadini, operai e parte dell’esercito rovesciano l’imperatore e danno vita a una Repubblica (1912), ma quasi subito si scatena una guerra civile tra i “signori della guerra”, i capi locali che controllano ognuno un territorio.
Giappone e USA: due grandi potenze imperialiste
Il Giappone
A metà Ottocento l’Impero giapponese minacciato da una flotta di cannoniere USA, è costretto a:
- aprire i propri porti al commercio internazionale.
- firmare dei trattati ineguali con le potenze occidentali con i quali concede agli occidentali il controllo delle tariffe di importazione e diritti di extraterritorialità ai loro cittadini in visita.
Nella seconda metà dell’Ottocento l’imperatore (mikado) decide l’abbattimentodella struttura feudale del Paese togliendo potere allo shogun, un capo militare che governa l’impero dalla propria corte a Edo (che ora, con il nome di Tokyo, diventa sede della corte imperiale), ai suoi nobili vassalli (daimyo), cui sottrae le terre per venderle in parte ai contadini, e ai loro nobili guerrieri (samurai), attraverso l’istituzione della leva obbligatoria, e avvia un processo di:
- modernizzazione economica: viene stimolato lo sviluppo industriale con finanziamenti ai privati e la creazione di linee ferroviarie, telegrafiche e telefoniche.
- democratizzazione:
- viene emanata una Costituzione, anche se viene confermato il carattere divino del potere imperiale (cancellato dopo la seconda guerra mondiale).
- l’istruzione è obbligatoria fino a 12 anni.
A fine Ottocento il Giappone è una potenza industriale e commerciale (seta, cotone, armi, navi) a cui però mancano materie prime (ferro e petrolio): con le guerre vittoriose contro Cina e Russia ottiene diversi territori (Formosa, Manciuria, Corea) e diventa una potenza imperialista.
Gli USA
Alla fine dell’Ottocento gli USA diventano la principale potenza economica del mondo grazie a:
- l’abbondanza di risorse naturali: completata la conquista del West e rinchiusi nelle riserve i 250.000 pellirosse sopravvissuti allo sterminio, l’Unione dispone di terre fertili per l’agricoltura ampi spazi per l’allevamento, legname, oro, ferro, carbone, petrolio…
- nuove tecnologie (v. nastro trasportatore Ford) ed efficienti vie di comunicazione (ferrovie, canali…) che fanno crescere la produzione industriale e facilitano il trasporto di materie prime e merci.
- l’immigrazione massiccia di lavoratori da Europa e Asia.
intraprendono una politica coloniale basata sui principi di:
- esclusione delle potenze europe dal continente americano, come affermato dal presidente Monroe all’inizio del secolo (“dottrina di Monroe”).
- intervento degli USA negli Stati del continente a difesa dei propri interessi economici e politici, come sostenuto dal presidente Theodore Roosevelt all’inizio del Novecento.
che giustificano il predominio USA in America Latina tramite:
- il dominio economico e l’influenza politica: le compagnie d’affari statunitensi concedono prestiti ai governi locali e ottengono in cambio il diritto di sfruttare piantagioni, miniere e ferrovie, quindi il monopolio del commercio di banane in Centro America, caffè e caucciù in Brasile, allevamenti bovini in Argentina e rame in Cile, che consente loro di avere una grande influenza sulla politica di quegli Stati.
- interventi militari:
- Cuba: gli USA sostengono gli insorti contro la Spagna e ottengono il protettorato sull’isola.
- Portorico: gli USA vincono la guerra contro la Spagna e si impossessano dell’isola (oltre che delle Filippine e di Guam).
- Panama: gli USA ne appoggiano la secessione dalla Colombia per ottenere il permesso di costruire il canale che collega Atlantico e Pacifico.
L’Italia umbertina (schematizzata)
Re Umberto I (1878-1900) ⇒
- governi di Sinistra:
- Depretis:
- legge Coppino: istruzione obbligatoria e gratuita 6-9 anni.
- legislazione sociale: tutela del lavoro di donne e bambini.
- legge elettorale: 21 anni, dato reddito o seconda elementare.
- trasformismo politico: accordi e favori in cambio di voti da Sinistra e Destra → corruzione.
- Triplice Alleanza: patto difensivo con Germania e Austria →delusione irredentisti (v. triestino Oberdan).
- Crispi:
- abolizione della pena di morte.
- diritto di sciopero (ma dura repressione dei Fasci siciliani, movimento contadino e operaio), conquista di Eritrea e Somalia.
- Depretis:
- governi di Destra:
repressione violenta delle manifestazioni operaie di Milano (80 morti, 450 feriti a causa delle cannonate dell’esercito), per la quale il generale Bava Beccaris viene decorato dal re
⇒ omicidio di Umberto I: l’anarchico Gaetano Bresci vendica i morti di Milano.
L’Italia nell’ “età giolittiana”
Durante il regno di Vittorio Emanuele III di Savoia diventa capo del governo il liberale piemontese Giovanni Giolitti (1903-1914) il quale:
- favorisce lo sviluppo del Nord attraverso il sostegno:
- all’industria: lo Stato attua una politica protezionistica ed è il principale committente dell’industria siderurgica (Ilva) e meccanica (Ansaldo: ferrovie, armi, motori); si sviluppano anche i settori tessile, chimico, alimentare, dell’automobile (Fiat) e della gomma (Pirelli) → “triangolo industriale”: Genova, Torino, Milano.
- all’agricoltura: bonifiche, sistemi di irrigazione, uso di concimi chimici...
ma contribuisce ad aggravare il sottosviluppo del Sud:
- non dà aiuti economici ad agricoltura e industria e il protezionismo danneggia il primo settore.
- stringe un’alleanza con i proprietari terrieri e la mafia, lasciando che reprimano i moti contadini (braccianti poveri dei latifondi) per la riforma agraria, in cambio di voti e l’emigrazione cresce.
- continua le pratiche del trasformismo e del clientelismo: soprattutto al Sud, i candidati liberali concedono protezioni e favori a qualcuno (la clientela), soprattutto ai notabili (le persone più istruite e influenti di una comunità), in cambio del voto alle elezioni ⇒ Giolitti viene chiamato “ministro della malavita”.
- compie conquista della Libia (1911-12) in seguito alla guerra contro l’Impero Turco Ottomano, durante la quale l’Italia occupa Rodi e il Dodecaneso: per motivi diversi, fabbricanti di armi, nazionalisti e socialisti riformisti (v. discorso di Pascoli “La grande proletaria si è mossa”) appoggiano la guerra ⇒ turchi e arabi proseguono la guerriglia anti-italiana.
- introduce suffragio universale maschile (1912) per chi ha compiuto 21 anni (30 anni se analfabeta), triplicando il corpo elettorale (dall’8% al 24% dei sudditi del regno) e la indennità parlamentare.
- fa delle riforme in favore del proletariato:
- regolamentazione del lavoro notturno e nei giorni festivi (diritto al riposo settimanale).
- diminuzione dell’orario di lavoro (massimo 10 ore al giorno).
- divieto del lavoro dei minori di 12 anni.
- aumento dei sussidi per la malattia.
- introduzione del congedo di maternità.
- assicurazione contro gli infortuni.
- servizi pubblici (trasporti, scuola, sanità...).
- case popolari.
ma provoca lo scontento generale e, nonostante il successo avuto alle elezioni del 1913 grazie al “patto Gentiloni” con i cattolici (ingresso ufficiale dei cattolici nella vita politica italiana dopo il Non expedit di Pio IX del 1874), si dimette, favorendo la nascita del governo Salandra (1914).
La prima guerra mondiale - Le cause
La “questione balcanica”:
- i Paesi balcanici (Serbia, Grecia, Bulgaria, Montenegro e Romania), in prevalenza slavi e ortodossi, si sono resi indipendenti dall’Impero turco ottomano nell’Ottocento (nel 1912 si aggiunge l’Albania), ma sono entrati in conflitto con l’Austria, cattolica, che ha annesso la Bosnia-Erzegovina ottomana, e tra loro per la spartizione di Albania e Macedonia.
- ogni Paese balcanico vuole allargare i propri confini per comprendere le regioni in cui vive il proprio gruppo etnico; in particolare, la Serbia vuole riunire in uno Stato panserbo tutti gli slavi del Sud (Jugoslavi).
- l’Austria e la Russia sono in contrasto perché vogliono entrambe espandersi nei Balcani.
La crescita dei nazionalismi:
- la Francia vuole vendicare la sconfitta di Sedan inflittale dalla Germania (Napoleone III –Guglielmo I e Bismarck, 1870), in seguito alla quale ha perso l’Alsazia e la Lorena.
- la Germania di Guglielmo II ha appoggiato i Boeri in Sudafrica nella guerra contro la Gran Bretagna e ha creato una flotta forte come quella inglese.
- in Germania si afferma il pangermanesimo, un movimento politico che vuole riunificare in un unico stato tutti i popoli di lingua tedesca.
- in Italia si afferma l’irredentismo, movimento per la liberazione delle terre “irredente” (Trentino e Venezia Giulia), cioè assoggettate a uno Stato straniero (Impero austroungarico o asburgico).
- le minoranze etniche dell’Impero austro-ungarico reclamano maggiori diritti e il partito nazionalista ungherese vuole staccarsi dall’Austria.
- tutti i paesi colonialisti si fanno concorrenza nell’industria e nel commercio.
creano profonde tensioni tra gli Stati .
⇒ L’attentato di Sarajevo (Bosnia) contro l’arciduca austriaco Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero asburgico, e sua moglie fatto dallo studente erbo-bosniaco Gavrilo Princip (giugno 1914), fornisce il pretesto all’ Austria per aggredire (luglio 1914) la Serbia ritenuta un rifugio dei terroristi irredentisti e una nemica per l’espansione nei Balcani, e scatenare prima guerra mondiale (1914-1918), durante la quale si fronteggiano:
- Alleati della Serbia: Triplice Intesa (Russia, Francia, Gran Bretagna, 1907) Giappone, Romania, poi Italia (prima nella Triplice Alleanza con Germania e Austria) e USA.
- Imperi centrali: Germania, Austria (già nella Triplice Alleanza, 1882) Turchia e Bulgaria.
La prima guerra mondiale - I fatti: 1914-1916
1914
La guerra si svolge su tre fronti:
- fronte occidentale, attraverso l’invasione del Belgio neutrale, la Germania tenta una guerra lampo (Blitz-Krieg) contro la Francia, ma la resistenza francese respinge i tedeschi nella battaglia del fiume Marna.
⇒ inizia una guerra di trincea o guerra di posizione tra le fanterie nemiche, durante la quale le artiglierie pesanti bombardano i soldati nelle trincee.
- fronte atlantico e del Mare del Nord: la guerra è sottomarina: dopo aver perso la battaglia dello Jutland, mentre gli inglesi attuano un rigido blocco navale che impedisce alla Germania di ricevere rifornimenti, i tedeschi utilizzano sommergibili (U-Boot) e navi corsare (armate di cannoni ma mascherate da mercantili) per attaccare le navi mercantili inglesi e impedire anche a loro i rifornimenti.
⇒ viene affondato il transatlantico Lusitania e dei passeggeri statunitensi muoiono: gli USA protestano.
- fronte orientale: vincendo le battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri (Polonia), i tedeschi fermano i russi e contrattaccano.
1915
L’Italia alleata dell’Austria e della Germania in seguito a un patto difensivo (Triplice Alleanza), è rimasta neutrale perché è divisa tra:
- neutralisti o pacifisti:
- socialisti e cattolici (papa Benedetto XV): la guerra significa soltanto dolore e miseria per il popolo.
- liberali (Giolitti): l’Italia è impreparata militarmente, inoltre le terre irredente possono essere ottenute con trattative diplomatiche.
- interventisti:
- irredentisti trentini (Cesare Battisti, Damiano Chiesa) e istriani (Nazario Sauro).
- nazionalisti (tra loro lo scrittore Gabriele D’Annunzio e i futuristi): l’Italia deve emergere come grande potenza militare e coloniale.
- industriali e militari.
- socialisti rivoluzionari (tra cui Benito Mussolini, ex direttore del giornale socialista “Avanti!” e fondatore de “Il Popolo d’Italia”).
⇒ la guerra aprirà la strada alla rivoluzione.
il re Vittorio Emanuele III, il capo del governo Salandra e il ministro degli esteri Sonnino, all’insaputa del Parlamento, firmano il patto di Londra con Francia e Inghilterra: se entrerà in guerra, in caso di vittoria, l’Italia otterrà Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e Dalmazia.
⇒ il governo, ottenuti pieni poteri dal Parlamento, decide l’entrata in guerra dell’Italia (24 maggio 1915) contro l’Austria: il generale Cadorna guida un esercito (circa un milione e mezzo di soldati) impreparato e male equipaggiato, composto da volontari ma soprattutto da richiamati con arruolamento obbligatorio, quindi da ragazzi strappati alle loro famiglie e alle campagne per combattere una guerra che non vogliono e non capiscono.
1916
Gli eventi più importanti si verificano su due:
- sul fronte italiano o alpino fissato lungo il fiume Isonzo, nelle colline del Carso e sulle creste delle Dolomiti dopo quattro inutili attacchi italiani (le “battaglie dell’Isonzo”: 60.000 morti e 170.000 feriti italiani), l’Austria organizza la spedizione punitiva (Strafexpedition), cioè una controffensiva contro l’Italia, vista come un alleato traditore, sugli altipiani di Asiago e di Lavarone.
⇒ gli italiani resistono e avanzano fino a conquistare Gorizia sul fiume Isonzo.
- sul fronte occidentale le battaglie di Verdun (Lorena) e del fiume Somme tra Francia e Germania non producono cambiamenti, ma si risolvono in vere e proprie stragi con milioni di morti, anche per l’uso di lanciafiamme e bombe con gas asfissianti (tedeschi) e di carri armati (anglofrancesi).
La prima guerra mondiale - I fatti: 1917-1918
1917
Il ’17 è l’anno di svolta della guerra
- apertura del “fronte interno” ai Paesi coinvolti:
- proteste dei soldati: centinaia di migliaia di uomini sono morti, migliaia sono tornati a casa feriti e mutilati.
⇒ si verificano diserzioni (abbandono dei reparti) e ammutinamenti (ribellione agli ordini) che vengono puniti rispettivamente con la fucilazione e la decimazione (viene ucciso, dopo sorteggio, un soldato ogni 10), mentre i militari e le Destre accusano gli operai di fare propaganda pacifista.
- manifestazioni e scioperi operai, rivolte popolari per le durissime condizioni di vita, nonostante la propaganda dei governi:
- i profughi delle zone vicine al fronte vivono nei campi profughi.
- la produzione agricola crolla perché molte campagne vengono devastate e con l’economia di guerra l’industria alimentare produce soprattutto i viveri per i soldati, tanto che i governi decidono il razionamento dei beni di prima necessità (zucchero, burro, carne).
- proteste dei soldati: centinaia di migliaia di uomini sono morti, migliaia sono tornati a casa feriti e mutilati.
- intervento degli USA:
il presidente democratico Wilson entra in guerra a fianco dei Paesi dell’Intesa per motivi economici (danni provocati dalla guerra sottomarina e rischio di non recuperare i crediti concessi a Francia e Gran Bretagna) e per motivi ideali (autodeterminazione dei popoli).
⇒ i soldati statunitensi sbarcano in Francia.
- disfatta italiana di Caporetto:
usando il fosgene, un gas tossico, austriaci e tedeschi sconfiggono gli italiani a Caporetto sull’Isonzo il nuovo capo del governo di unità nazionale (con rappresentanti dell’opposizione) Vittorio Emanuele Orlando e il nuovo comandante dell’esercito, generale Armando Diaz, mandano al fronte i ragazzi del 1898-99, che resistono sull’altopiano di Asiago, sul fiume Piave e sul Monte Grappa fermando i nemici.
⇒ il papa Benedetto XV fa un appello per porre fine all’“inutile strage”.
- uscita della Russia dal conflitto:
- in Russia scoppia la Rivoluzione sovietica che abbatte la monarchia degli zar e Lenin, leader del Partito bolscevico, firma il trattato di pace di Brest-Litovsk (1918).
1918
Gli Imperi centrali sono costretti alla resa soprattutto da due eventi:
- vittoria italiana a Vittorio Veneto:
gli italiani vincono a Vittorio Veneto e il 3 novembre entrano a Trieste, accolti dalla folla in festa, mentre l’esercito imperiale si dissolve l’imperatore austriaco Carlo I, succeduto a Francesco Giuseppe, firma l’armistizio e poi va in esilio: l’Austria diventa una repubblica.
- rivolta popolare in Germania: la marina e il popolo, stremato dalla fame e dalle privazioni, si ribellano e costringono l’imperatore Guglielmo II ad abdicare.
⇒ la Germania diventa una repubblica e il cancelliere socialista firma l’armistizio.
La prima guerra mondiale – Le conseguenze
la nascita di nuovi equilibri internazionali:
nella Conferenza di Parigi (1919) i Paesi vincitori (USA con il presidente Wilson, GB con il premier Lloyd George, Francia con il capo del governo Clemenceau, Italia con V.E. Orlando) si riuniscono per creare un nuovo ordine mondiale: Wilson propone di seguire alcuni criteri (i Quattordici punti: autodeterminazione dei popoli, per cui ogni popolo deve avere il proprio stato; riduzione degli armamenti; nascita della Società delle Nazioni – Ginevra (Svizzera), 1919 - per impedire nuove guerre; libertà di commercio…), ma vengono creati degli Stati dove vivono persone di nazionalità diverse (cechi e slovacchi, tedeschi in Alto Adige, sloveni in Istria e Venezia Giulia...) che spesso entrano in conflitto tra loro e nel 1920 il neopresidente repubblicano adotta una politica di isolazionismo, per cui gli USA non entrano nella Società delle Nazioni.
- i grandi imperi si dissolvono e nascono nuovi stati:
- Impero austro-ungarico → Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia (repubbliche), Iugoslavia ( Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina austroungariche + Serbia e Montenegro autonomi).
- Impero ottomano → Albania; Siria e Libano (mandati internazionali alla Francia); Palestina, Transgiordania, Iraq (mandati internazionali all’Inghilterra), Turchia.
- Impero germanico: il governo socialdemocratico della Repubblica di Weimar deve accettare il pesante e umiliante Trattato di Versailles (Diktat) che prevede.
- risarcimento dei danni di guerra → occupazione francese della Ruhr, ricca di miniere e industrie.
- riduzione dell’esercito.
- perdita delle colonie africane, dell’Alsazia e della Lorena (Francia) e del corridoio di Danzica (Polonia) che separa la Prussia orientale dal resto della Germania.
- dichiarazione di colpevolezza.
- esclusione dalla Società delle Nazioni.
- l’Italia ottiene Trento e Trieste, la Venezia Giulia, l’Istria e l’Alto Adige/Sud Tirolo, ma per lo scrittore D’Annunzio e i nazionalisti, che, oltre ad alcune colonie tedesche, vogliono la città di Fiume (non prevista nel Patto di Londra ma a maggioranza italiana) e la Dalmazia (prevista nel Patto ma a maggioranza slava), assegnate alla Jugoslavia, è una “vittoria mutilata”: D’Annunzio guida gli Arditi nell’ “impresa di Fiume”, cioè l’occupazione armata della città che, causando un incidente internazionale, costringe il primo ministro Giolitti a mandare l’esercito contro gli occupanti e a firmare il trattato di Rapallo con la Jugoslavia per cui Fiume è una “città libera” (diventerà italiana nel 1924, per poi tornare jugoslava dopo la seconda guerra mondiale e diventare croata nel 1991).
- in seguito alla Rivoluzione sovietica e al ritiro dalla guerra l’Impero russo si dissolve→ URSS (che non aderisce alla Società delle Nazioni), Repubbliche baltiche, Finlandia, Polonia.
crisi economica e proteste:
- operai e contadini: i partiti socialisti (riformisti), i partiti comunisti (rivoluzionari) e i sindacati anche cattolici chiedono riforme sociali e danno vita al biennio rosso (1919-1921), un periodo caratterizzato da scioperi, manifestazioni e occupazioni di fabbriche e latifondi, mentre a Berlino scoppia la rivolta degli Spartachisti di Rosa Luxemburg i governi borghesi, spinti dai nazionalisti e dai movimenti di estrema destra, reprimono le proteste del Movimento operaio.
- donne: durante la guerra è iniziata l’emancipazione femminile, perché le donne hanno svolto i lavori degli uomini partiti per il fronte (in fabbrica, alla guida degli autobus...) e nei reparti femminili dell’esercito si sono occupate di comunicazione, rifornimenti e assistenza sanitaria (v.le crocerossine) le donne chiedono il diritto di voto e lo ottengono in GB, Germania, Austria, USA (in URSS lo ottengono con la rivoluzione sovietica).
- reduci di guerra: tornati a casa, non ottengono né un lavoro né una terra né un premio in denaro per la loro partecipazione al conflitto e si sentono traditi dallo Stato.
- colonie: hanno fornito uomini e risorse ai Paesi colonizzatori, ma non hanno ottenuto le maggiori libertà promesse loro iniziano le prime rivolte per l’indipendenza (Egitto).
L’impero russo: l’Ottocento e la rivoluzione del 1905
Nell’Ottocento l’impero russo deve affrontare due gravi problemi:
- l’arretratezza economica:
- agricoltura:
- le tecniche e i macchinari sono arretrati;
- i contadini sono servi della gleba fino al 1861 (abolizione della servitù della gleba, zar Alessandro II), poi, con una riforma agraria, pochi diventano proprietari terrieri (kulaki) e moltissimi lavoratori a giornata.
⇒ i populisti, studenti e intellettuali oppositori del regime zarista, si adoperano per aiutare e istruire le masse contadine.
- industria:
- le infrastrutture (strade, porti, ferrovie...) sono insufficienti, nonostante la costruzione della Transiberiana ad opera dello Stato.
- manodopera e risorse sono abbondanti, ma mancano i capitali.
⇒ intervengono lo Stato (la vendita dell’Alaska agli USA serve a reperire denaro) e alcuni investitori stranieri (francesi e belgi).
- il mercato interno è debole perché la popolazione è povera.
⇒ l’espansione coloniale verso sud (Manciuria cinese) consente l’accesso a vasti mercati.
- agricoltura:
- l’autocrazia dello zar:
la Russia è una monarchia assoluta, in cui non esistono né Costituzione né parlamento né partiti politici (il Partito socialdemocratico nasce in clandestinità nel 1898) e in cui le idee liberali e socialiste sono represse.
⇒ gruppi clandestini di populisti e anarchici organizzano attentati terroristici (lo zar Alessandro II muore in uno di essi).
⇒ gli zar iniziano a indirizzare il malcontento popolare contro gli Ebrei, vittime di pogrom, e cercano di guadagnare consensi tra i nazionalisti attraverso la russificazione forzata delle minoranze etniche (circa cento nazionalità diverse), cui impongono lingua e costumi russi.
a seguito della sconfitta nel conflitto russo-giapponese la situazione precipita: la popolazione protesta davanti al Palazzo d’inverno, il palazzo reale di San Pietroburgo, e chiede riforme democratiche, ma la guardia reale spara, uccidendo 1000 persone e ferendone 2000 (“strage della domenica di sangue”, gennaio 1905).
⇒ scoppia la rivoluzione del 1905: attraverso manifestazioni, scioperi, sommosse e attentati, gli intellettuali (docenti e studenti universitari), gli operai, i contadini e alcuni soldati (v. l’ammutinamento del Potëmkin che raggiunge il porto di Odessa sul Mar Nero) ottengono (ma solo temporaneamente) dallo zar Nicola II:
- la Costituzione.
- il Parlamento (Duma).
Le rivoluzioni del 1917 in Russia
Nel 1917 la Russia, coinvolta dal 1914 nella prima guerra mondiale, si trova in una situazione drammatica: 2 milioni di soldati sono morti e molti territori sono occupati dai Tedeschi.
⇒ la popolazione, stremata dalla fame, organizza scioperi e manifestazioni contro la guerra e lo zar che sfociano nella rivoluzione di febbraio (1917, Pietrogrado, ex San Pietroburgo): molti soldati si schierano con gli insorti e lo zar Nicola II Romanov abdica.
⇒ si forma un governo repubblicano provvisorio aristocratico e borghese, guidato prima dal principe L’vov e poi dall’avvocato Kerenskij e appoggiato dai menscevichi (= ”minoranza” del Partito Operaio Socialdemocratico: socialisti riformisti), che deve però dividere il potere con i soviet, ovvero consigli di delegati di operai, contadini e soldati eletti nelle fabbriche, nei villaggi e nei reparti dell’esercito che rappresentano gli interessi del proletariato: all’interno dei soviet prevalgono i bolscevichi (= “maggioranza” del Partito Operaio Socialdemocratico: socialisti rivoluzionari) o comunisti, che, guidati da Lenin, danno vita alla rivoluzione d’ottobre o rivoluzione bolscevica (1917, Pietrogrado): la Guardia rossa conquista il Palazzo d’Inverno, sede del governo, occupa le centrali telefoniche, le stazioni ferroviarie e le banche, mentre i soldati del governo provvisorio non oppongono resistenza, evitando spargimenti di sangue.
⇒ il Consiglio dei Commissari del popolo, presieduto da Lenin, prende importanti provvedimenti:
- abolizione della grande proprietà fondiaria: le terre di nobili, Stato e Chiesa passano ai soviet dei contadini.
- pace di Brest-Litovsk (1918): firmata la pace separata con Austria e Germania, la Russia esce dalla guerra, rinunciando a Finlandia, Ucraina, Polonia e Repubbliche baltiche.
- proclamazione della Costituzione: il potere viene attribuito ai soviet.
Il governo di Lenin: dalla guerra civile all’URSS
Dopo la rivoluzione d’ottobre, durante il governo del partito comunista (ex bolscevico) di Lenin, la Russia deve affrontare:
- la guerra civile (1918-1920): i “Bianchi”, cioè gli zaristi, i menscevichi e gli altri oppositori dei bolscevichi, affiancati da militari inglesi, francesi e giapponesi, si scontrano con l’Armata rossa di Trockij.
- le sanzioni economiche europee: le potenze occidentali temono il diffondersi della rivoluzione (con questo obiettivo nel 1919 nasce la Terza Internazionale o Comintern) e vogliono indebolire la Russia.
in seguito alla crisi economica dovuta alla guerra civile, alle sanzioni economiche, alla carestia e alla siccità, Lenin, per rifornire l’Armata rossa e alimentare le città, dà vita a:
- il comunismo di guerra: lo Stato assume il controllo dell’economia e:
- i raccolti sono requisiti e distribuiti nelle città.
- la vendita privata dei prodotti alimentari è vietata: ai contadini viene lasciato solo il necessario al sostentamento della famiglia.
- le industrie private sono nazionalizzate.
- cera la CEKA e poi la GPU, cioè la polizia politica che controlla i “bianchi” (e che nel 1918 compie l’esecuzione della famiglia imperiale) e poi i “dissidenti” del partito comunista, unico partito ammesso dalla legge ma la situazione economica non migliora, anzi la produzione agricola e quella industriale crollano e si scatenano delle rivolte contadine e operaie che vengono represse nel sangue.
⇒ Vinta la guerra civile, Lenin:
- inaugura la NEP, cioè la Nuova Politica Economica: lo Stato controlla solo in parte l’economia e:
- i contadini vendono le eccedenze (ciò che non viene dato allo Stato).
- le piccole industrie sono private.
- il commercio interno è libero.
- promuove delle riforme:
- uguaglianza tra le etnie, le lingue e i sessi.
- diritto all’istruzione, al lavoro e all’assistenza sociale.
- istituisce l’URSS (1922), l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche con capitale Mosca (non più Pietrogrado): il potere è nelle mani del Comitato centrale.
Il fascismo: ascesa al potere
Nell’Italia del dopoguerra si verificano due importanti fenomeni:
- il biennio rosso (1919-1920) durante il quale, sperando spesso di realizzare in Italia una rivoluzione come quella sovietica.
- i contadini:
- al Nord si organizzano in leghe rosse, socialiste, e leghe bianche, cattoliche.
- al Sud occupano e terre dei latifondisti.
⇒ il governo liberale (Nitti) reprime le rivolte.
- gli operai:
al Nord con la CGIL socialista organizzano scioperi, cui gli industriali reagiscono con la serrata, cioè la chiusura, delle fabbriche; gli operai decidono allora l’occupazione e l’autogestione delle fabbriche attraverso i consigli di fabbrica (v. soviet russi).
⇒ il governo liberale (Giolitti) lascia fare e aspetta il fallimento degli operai, privi sia di denaro che di tecnici.
- i contadini:
- la crescita dei partiti di massa:
- il PSI (Genova, 1892, Filippo Turati) e il PCI (Livorno, 1921, nato da una scissione nel PSI ad opera di Antonio Gramsci e Amedeo Bordiga, che mirano alla rivoluzione ed aderiscono alla Terza Internazionale), forti nelle città e nelle regioni industriali.
- il PPI (1919, Don Luigi Sturzo), diffuso nelle campagne, ottengono ottimi risultati nel 1919 nelle elezioni a suffragio universale maschile con un sistema elettorale proporzionale.
⇒ che spaventano.
- l’alta borghesia e il padronato.
cioè ricchi industriali, proprietari terrieri, banchieri che vogliono la fine di scioperi e occupazioni e il ritorno all’ordine.
- la piccola borghesia.
cioè gli impiegati statali, i piccoli commercianti e gli artigiani, impoveritisi a causa dell’inflazione (= aumento continuo dei prezzi).
⇒ i quali, quindi, danno il loro appoggio al movimento fascista di Benito Mussolini (Fasci di combattimento, 1919, Milano), che è nazionalista e antisocialista: le “squadracce” o “squadre d’azione”, cioè dei gruppi di reduci e disoccupati, vestiti con camicie nere (già divisa del corpo speciale – truppe d’assalto dell’esercito – degli Arditi della prima guerra mondiale, poi dei legionari nella “impresa di Fiume” con D’Annunzio) e dotati di manganelli, armi da taglio e armi da fuoco, finanziati dall’alta borghesia e tollerati dal governo liberale, dall’esercito e dalla polizia, compiono violente incursioni (“spedizioni punitive” o “punizioni esemplari”) contro le sedi dei Comuni amministrati dai socialisti, dei sindacati, dei partiti, dei giornali (v. socialista Avanti!) del movimento operaio e contadino: bruciano libri, distruggono locali, minacciano, picchiano, obbligano alle dimissioni, costringono a bere olio di ricino ed espongono al pubblico scherno i militanti, provocando centinaia di morti.
⇒ i liberali del presidente del consiglio Giolitti, convinti di poter controllare i fascisti e usarli contro la sinistra per ristabilire l’ordine sociale, si coalizzano con loro, contro i partiti socialista e comunista, nei Blocchi Nazionali con le elezioni del 1921 il PNF (Partito Nazionale Fascista), entra in Parlamento con 35 deputati e Mussolini organizza la marcia su Roma (28/10/1922) delle camicie nere per essere nominato primo ministro dal re Vittorio Emanuele III: convinto anche lui di poter controllare i fascisti, il sovrano rifiuta di dichiarare lo stato di assedio e di far intervenire l’esercito, come chiestogli dal capo del governo liberale Facta, e nomina Mussolini capo del governo: il nuovo esecutivo è sostenuto da una coalizione di fascisti (minoranza), liberali, popolari e indipendenti.
Mussolini: dal governo alla dittatura
Il 1° governo Mussolini istituisce la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN), cioè un corpo armato posto direttamente agli ordini del capo del governo (ora anche ministro degli Interni e degli Esteri) che continua le violenze delle “squadracce”, e il Gran Consiglio del Fascismo, cioè l’assemblea dei fedeli consiglieri di Mussolini e dirigenti del PNF da lui nominati (gerarchi) che prepara le leggi da far ratificare al Parlamento e la lista unica dei candidati da far approvare in blocco agli elettori, quindi vara la legge elettorale maggioritaria Acerbo secondo la quale il partito di maggioranza relativa (almeno il 25% dei voti) ottiene il 65% dei seggi in Parlamento.
⇒ Grazie a brogli, intimidazioni e violenze, i fascisti ottengono la maggioranza alle nuove elezioni (1924): nasce il 2° governo Mussolini (“duce”), composto solamente dal PNF, che ordina il delitto di Matteotti (1924), il deputato socialista che ha denunciato i brogli e le violenze fasciste alle elezioni.
⇒ l’Italia si indigna, ma il re non interviene e l’opposizione risponde con la secessione dell’Aventino cioè lasciando il Parlamento.
⇒ nel suo discorso del 3 gennaio 1925 Mussolini si assume la responsabilità del delitto Matteotti, ma nessuno fa nulla per metterlo in stato di accusa davanti al Senato, costituito in Alta Corte di giustizia: è l’inizio della dittatura.
Lo Stato totalitario fascista
Dopo il discorso del 3 gennaio 1925 inizia la fascistizzazione dello Stato: il ministro della giustizia Rocco modifica lo Statuto Albertino e dà vita a una dittatura ovvero a un regime totalitario (lo Stato occupa, influenza, determina tutti i settori della vita delle persone, anche quello privato: per imporre l’ideologia fascista, cioè valori, idee e comportamenti fascisti, il regime decide persino come gli italiani devono vivere in famiglia e trascorrere il tempo libero) attraverso le leggi “fascistissime” (1925-6) e altri successivi provvedimenti liberticidi che prevedono:
- abolizione della libertà di parola, associazione e stampa (censura).
- ripristino della pena di morte.
- abolizione del diritto di sciopero.
- scioglimento dei sindacati, sostituiti dalle Corporazioni (Carta del Lavoro, 1927), cioè i sindacati fascisti, controllati dallo Stato, che impongono la “collaborazione tra i datori di lavoro e la manodopera” di uno stesso settore economico (≠ lotta di classe di Marx) →il padronato, che è più forte, è il solo ad avere benefici.
- scioglimento dei partiti (eccetto il PNF).
- repressione del dissenso attraverso l’istituzione dell’OVRA (polizia politica) e del Tribunale speciale contro gli antifascisti che subiscono incarcerazione (comunista Gramsci, morto in carcere nel ‘37: “Occorre impedire a quel cervello di pensare”), torture, condanne a morte, esilio (socialisti Nenni e Turati, popolare Don Sturzo), confino di polizia (= obbligo di risiedere in una località isolata sotto il controllo della polizia: socialista Sandro Pertini, scrittore Carlo Levi), agguati (liberali Gobetti e Amendola; i fratelli Rosselli, esponenti del movimento liberale e democratico “Giustizia e Libertà”, assassinati a Parigi; don Minzoni).
- obbligo di avere la tessera del PNF diventa per poter ottenere un impiego pubblico.
e che assegna poteri straordinari al duce:
- può essere costretto alle dimissioni solo dal re, non più dal Parlamento.
- può emanare le leggi senza l’approvazione del Parlamento.
- insieme al Gran Consiglio del Fascismo nomina ministri, deputati e sindaci (podestà) prima eletti dal popolo.
⇒ la Camera ormai non è più espressione del popolo perché i cittadini devono esprimersi nei plebisciti (1929, 1934): possono votare solo “sì” o “no” a un’unica lista di deputati presentata dal governo e di fatto il voto non è più segreto (internamente la scheda del “sì” è tricolore, quella del “no” è bianca), quindi chi vota “no” è vittima di aggressioni.
⇒ nel 1939 la Camera dei deputati viene sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, i cui membri sono nominati dal PNF.
Lo stato totalitario fascista si caratterizza per:
- la propaganda e l’organizzazione del consenso attraverso il Minculpop (Ministero della Cultura Popolare):
- cartelloni pubblicitari.
- discorsi del duce.
- controllo del cinema (cinegiornali dell’Istituto Luce), della radio (Eiar) e della stampa (istruzioni o veline dal governo su quali informazioni comunicare e con quale rilievo).
- controllo dell’insegnamento:
- il libro di testo unico per la scuola elementare trasmette i “valori” fascisti (nazionalismo, violenza, guerra, razzismo, obbedienza al capo…) e insegna il culto della personalità del duce.
- gli insegnanti devono avere la tessera del PNF e giurare fedeltà al fascismo.
- organizzazioni giovanili obbligatorie (“credere, obbedire, combattere”): da 6 a 18 anni (Opera nazionale Balilla: figli della lupa, balilla, avanguardisti, poi Gioventù Italiana del Littorio) e all’università (GUF).
- Opera nazionale per la maternità e l’infanzia, finanziata con la tassa sul celibato; le donne, destinate a essere madri e mogli, sono escluse dall’insegnamento nei licei e dalla pubblica amministrazione.
- Opera nazionale dopolavoro: controllo del tempo libero dei lavoratori.
- colonie per i figli dei lavoratori.
- censura delle opere degli intellettuali (v. Alberto Moravia).
- adunate e parate con canti e inni (sabato fascista: si lavora solo la mattina, il pomeriggio si partecipa alle manifestazioni politiche).
- la conciliazione tra Stato e Chiesa: con i Patti Lateranensi o Concordato (11/2/1929) si chiude la “questione romana”:
- la Chiesa di Pio XI, rappresentato dal cardinale Gasparri, riconosce Roma come capitale d’Italia, legittima lo Stato italiano e il duce, nomina vescovi graditi al governo e fa loro giurare fedeltà allo Stato.
- lo Stato dichiara il cattolicesimo religione di Stato (≠ laicità dello Stato di Cavour) e base dell’istruzione pubblica (riforma Gentile, 1923: religione obbligatoria alle elementari; ora anche alle medie e superiori), cede alla Chiesa il territorio intorno a San Pietro (la Città del Vaticano), attribuisce valore civile al matrimonio religioso, accorda alla Chiesa una somma di denaro come risarcimento per i territori annessi all’Italia e l’esenzione dal pagamento delle imposte.
⇒ nel 1984, con Bettino Craxi (PSI) capo del governo, viene rivisto il Concordato: il cattolicesimo non è più religione di Stato e l’insegnamento della religione cattolica diventa facoltativo.
- il protezionismo economico, dopo una prima fase di liberismo: le importazioni sono ridotte attraverso l’imposizione di tasse doganali per favorire lo sviluppo della produzione italiana e la lira viene rivalutata (ne aumenta il valore rispetto alla sterlina; “quota 90”: 90 lire = 1 £).
⇒ diminuiscono le esportazioni (la lira vale di più all’estero, quindi i beni italiani costano di più) e cresce la disoccupazione:
- agricoltura: bonifica delle paludi (“campagna per la bonifica integrale”: nell’agro pontino si trasferiscono braccianti disoccupati da tutta Italia e nascono Aprilia, Littoria-Latina e Sabaudia) e “battaglia del grano”.
- industria: dopo la crisi del ’29 lo Stato interviene con dei finanziamenti al Nord (IMI) e acquista azioni di industrie e banche (IRI) → economia mista; nasce AGIP.
- servizi: vengono fatti lavori pubblici per combattere momentaneamente la disoccupazione (ferrovie, strade, bonifiche…), ma spesso senza rispetto del patrimonio storico-culturale (v. sventramento via della Conciliazione).
⇒ dopo le sanzioni economiche del 1935 l’Italia mira a diventare economicamente autosufficiente (autarchia).
- il colonialismo: attraverso massacri e deportazioni, per motivi di prestigio internazionale (per i nazionalisti l’Italia cerca “un posto al sole”) e di consenso interno, i fascisti completano con il gen. Graziani la conquista della Libia (1931), che viene “pacificata”, e fanno la guerra d’Etiopia (1935-36): già in possesso di Eritrea e Somalia, l’Italia aggredisce l’Etiopia utilizzando gas tossici vietati e bombardamenti aerei sui villaggi, grazie ai quali le truppe del gen. Badoglio entrano ad Addis Abeba e cacciano l’imperatore (negus) Hailé Selassié.
⇒ l’Italia, erede dell’antica Roma secondo il duce, ha ora il suo impero coloniale (Impero dell’Africa Orientale Italiana), ma la Società delle Nazioni la condanna e decide di imporle delle sanzioni economiche:
- rifiuto di prestiti.
- blocco della vendita di materie prime, prodotti industriali e armi all’Italia.
- blocco dell’acquisto dei prodotti italiani.
⇒ La Germania di Hitler sostiene l’Italia con armi e materie prime.
- il razzismo:
- repressione delle minoranze: sloveni (Venezia Giulia), croati (Istria) e tedeschi (Sud Tirolo) sono “italianizzati” (lingua e nomi) o costretti a emigrare.
- emanazione delle leggi razziali (1938): dopo l’alleanza con Hitler, gli ebrei, ben integrati, in parte ex combattenti e aderenti al fascismo:
- sono allontanati agli uffici pubblici ed espulsi dalle scuole pubbliche.
- non possono esercitare libere professioni né entrare nell’esercito.
- non possono contrarre matrimoni “misti”.
- non possono possedere case, terreni e industrie.
- vengono privati della cittadinanza italiana…
Gli USA negli anni Venti e Trenta: gli “anni ruggenti”, la “Grande Depressione” e il “New Deal”
Nei “ruggenti” Anni Venti gli USA vivono un periodo di grande sviluppo economico:
- agricoltura: si diffonde l’uso di grandi macchine agricole.
- industria: automobili, telefono, dischi (musica jazz) ed elettrodomestici diventano beni di consumo di massa.
- finanza: le banche concedono prestiti ai Paesi europei e ai cittadini con grande facilità.
anche se il proibizionismo, cioè il divieto di produrre e vendere alcolici, imposto dal presidente repubblicano Harding favorisce il contrabbando di alcolici e la crescita delle organizzazioni criminali, con conseguenti guerre fra bande di gangster (v. Al Capone).
⇒ cresce la speculazione: tutti comprano azioni alla Borsa di New York con il proprio denaro o con dei prestiti bancari per poi rivenderle a un prezzo più alto, finché non si verifica una grave crisi di sovrapproduzione:
- agricoltura: ripresa la produzione agricola europea dopo la guerra, i prodotti USA sono meno richiesti, quindi i contadini abbassano i prezzi e così non possono più pagare i prodotti industriali e i debiti contratti con le banche.
- industria: il potere d’acquisto delle famiglie diminuisce, quindi i prezzi scendono e alcune imprese falliscono.
che provoca:
- licenziamenti.
- il crollo della Borsa di Wall Street (“giovedì nero”, 24/10/1929):
- i piccoli risparmiatori e i grandi finanzieri vogliono vendere in fretta le loro azioni, quindi il valore di queste crolla e gli azionisti perdono tutto.
- le banche non recuperano i prestiti concessi ai cittadini, agli speculatori e alle industrie.
⇒ è l’inizio della Grande Depressione: contadini lasciano marcire i prodotti nei campi perché il loro trasporto costerebbe troppo, moltissime banche e aziende, rimaste senza capitali, chiudono: i disoccupati sono ormai 12 milioni e nella popolazione la fiducia nel progresso crolla fino alla svolta del New Deal (“nuovo corso”) di F.D.Roosevelt: il presidente democratico eletto nel 1932:
- dà lavoro ai disoccupati attraverso la realizzazione di opere pubbliche (strade, ponti, dighe, centrali idroelettriche...).
- promuove delle leggi a favore dei lavoratori: 40 ore di lavoro settimanali, salario minimo giornaliero, proibizione del lavoro minorile.
- promuove una legislazione sociale (Welfare State) a favore delle categorie più deboli: pensioni di vecchiaia, assicurazione per i disoccupati, sussidi per le madri con figli a carico e per i bambini disabili.
- impone un maggiore controllo sulle attività di banche, Borsa e speculatori.
- impone tasse più elevate sul reddito dei ricchi e delle grandi società.
- fissa i prezzi minimi per i prodotti agricoli.
⇒ In pochi anni si verifica una nuova crescita economica perché i lavoratori ricominciano a comprare le merci prodotte dall’agricoltura e dall’industria.
La Germania negli anni Venti: la Repubblica di Weimar
Con l’abdicazione dell’imperatore Guglielmo II in Germania finisce il Secondo Reich (1871-1918) e nasce la Repubblica democratica di Weimar in cui deputati e presidente sono eletti a suffragio universale e che deve affrontare due gravi problemi:
- la crisi economica: i reduci disoccupati sono milioni e i danni di guerra a Francia e Belgio non possono essere pagati ⇒ nel 1923 francesi e belgi decidono l’occupazione della regione carbonifera della Ruhr e gli operai tedeschi rispondono con lo sciopero a oltranza.
⇒ lo Stato tedesco stampa sempre più cartamoneta per comprare altrove il carbone, così che il marco perde rapidamente il proprio valore fino a non avere più alcun potere d’acquisto: a causa di questa iperinflazione milioni di tedeschi vedono i propri risparmi distrutti.
- la crisi della democrazia: i grandi proprietari terrieri e i grandi industriali, gli alti gradi dell’esercito e i funzionari statali oltre che i piccoli commercianti e gli impiegati sono ostili alla democrazia.
⇒ nel 1923 l’ex caporale austriaco Adolf Hitler, fondatore del partito nazionalsocialista (o nazista), organizza un colpo di stato (Putsch) a Monaco che però fallisce: Hitler viene arrestato e in carcere scrive il libro Mein Kampf (La mia battaglia), in cui afferma che la razza germanica o “ariana” è superiore a quella ebraica e a quella slava ed è destinata a dominare; nel tempo, però, la razza ariana si è mescolata a razze inferiori, quindi si è corrotta e ha perso la volontà di grandezza a vantaggio delle ideologie dei popoli schiavi (liberalismo, democrazia, comunismo): per purificare la razza ariana bisogna eliminare i deboli, proibire i matrimoni misti e riunificare in un unico grande stato tutte le comunità di lingua e culture tedesche degli Stati vicini alla Germania (pangermanesimo).
⇒ nel 1925 viene eletto presidente della repubblica il candidato delle destre, il feldmaresciallo von Hindenburg vincitore di due importanti battaglie contro i Russi durante la prima guerra mondiale.
Il nazismo: l’ascesa al potere
Dopo il fallimento del Putsch di Monaco (1923) e dopo gli anni del carcere Hitler sostenuto dalle S.A. ( o camicie brune), cioè delle “squadre d’assalto”, dei gruppi paramilitari pagati dal padronato per aggredire gli operai socialisti e comunisti (v. le “squadracce” fasciste), e appoggiato dalla borghesia conservatrice, antidemocratica e nazionalista, che è stata spaventata da alcuni tentativi di rivoluzione comunista (v. gli Spartachisti di Rosa Luxenburg e Liebknecht, entrambi assassinati), trasforma il partito nazista in un movimento di massa attraverso un’abile propaganda: con i suoi discorsi nazionalistici Hitler risveglia l’orgoglio tedesco, ferito dalla sconfitta della guerra, dall’umiliazione del Diktat di Versailles e dalla gravissima crisi economica (disoccupazione, inflazione...), attribuendo la sconfitta tedesca a un tradimento di ebrei, comunisti e democratici, promettendo di rifiutare il Diktat, di dare lavoro a tutti i tedeschi e di riportare la Germania alla grandezza di un tempo.
⇒ Dopo due successi elettorali (1930, 1932) del partito nazista, Hitler viene nominato dal presidente della Repubblica Hindenburg cancelliere, cioè capo del governo.
⇒ Quando a Berlino si verifica l’incendio del Reichstag (1933) cioè il Parlamento, Hitler ne addossa la responsabilità ai comunisti per poi andare a nuove elezioni (le ultime) e, ottenuta più della metà dei voti, varare le leggi eccezionali:
- la Costituzione del 1919 è sospesa.
- il governo fa le leggi senza l’approvazione del parlamento, che viene sciolto.
- i partiti e i sindacati sono aboliti: tutti i lavoratori fanno parte del Fronte tedesco del lavoro.
- lo sciopero è vietato.
- la libertà di espressione, stampa e associazione è abolita.
- viene ripristinata la pena di morte.
- la polizia ha poteri straordinari.
⇒ Alla morte di Hindenburg, con un plebiscito Hitler diventa Führer (= duce) del Terzo Reich (1934), cioè capo del governo e presidente della repubblica insieme, nonché comandante supremo dell’esercito.
⇒ Le potenze europee e gli USA sottovalutano la pericolosità di Hitler, apprezzano l’ordine che ha portato in Germania (niente scioperi, niente manifestazioni di protesta…) e gli concedono la moratoria, cioè la sospensione del pagamento dei danni di guerra previsto dal Diktat: grazie a questo denaro e ai prestiti di alcuni banchieri, Hitler può investire nell’industria bellica e nelle opere pubbliche (v. Mussolini) per combattere la disoccupazione e guadagnare così nuovi consensi tra la popolazione.
Il nazismo: la dittatura
Diventato Führer del Terzo Reich (1934), che è uno stato totalitario, Hitler prende una serie di provvedimenti:
- controllo ed eliminazione degli oppositori attraverso:
- le S.S. (Schutzstaffeln): eliminate le S.A. nel 1934 (Notte dei lunghi coltelli), Hitler dà più potere alle “squadre di protezione”, dei corpi armati guidati da Himmler, che controllano i Lager, cioè i campi di concentramento dove gli ebrei ,e gli oppositori (democratici, comunisti, socialisti) sono costretti a lavorare in condizioni disumane.
- la Gestapo, la polizia segreta di Stato.
- organizzazione del consenso della popolazione attraverso il Ministero della Propaganda di Goebbels, che:
- gestisce i mass-media (v. il cinema di Leni Riefensthal).
- organizza parate, discorsi, associazioni (v. la Gioventù hitleriana: organizzazioni paramilitari finalizzate alla creazione di una gioventù che dovrà “spaventare il mondo”).
- censura opere artistiche e scientifiche:
- i libri degli ebrei (Einstein, Freud…) e i libri non approvati da Hitler vengono bruciati.
- i quadri d’arte contemporanea vengono ritirati dai musei.
- superamento della crisi economica attraverso:
- lo sviluppo dell’industria bellica: la Germania prepara il proprio riarmo, contro il Diktat, per conquistare lo “spazio vitale” (Lebensraum): Polonia, Cecoslovacchia e Russia sono abitate da popoli slavi, considerati inferiori e destinati a fare i contadini per nutrire i guerrieri ariani→ in questi Paesi nascono movimenti filonazisti.
- la costruzione di infrastrutture.
- l’arruolamento dei giovani nelle forze armate e nelle S.S.
⇒ la crisi economica finisce e la disoccupazione diminuisce, mentre aumenta il consenso nei confronti di Hitler.
- emanazione delle Leggi di Norimberga (1935): gli ebrei, considerati una “razza inferiore”, vengono privati dei loro diritti: non possono svolgere certi lavori (uffici pubblici, commercio, banche…), andare a scuola e all’università, entrare nei locali pubblici, sposare ariani o avere cameriere tedesche, devono portare la stella gialla e scrivere “J” (Juden) sui documenti, viaggiare su treni separati, vivere nei ghetti…
⇒ molti ebrei emigrano e i tedeschi benestanti comprano i loro beni a prezzi bassi.
- organizzazione della Notte dei cristalli (1938), cioè un pogrom (sommossa popolare antisemita: aggressioni, saccheggi di case e negozi, incendi di sinagoghe, profanazioni di cimiteri, massacri ai danni di ebrei) durante il quale le SS uccidono e arrestano molti ebrei in tutta la Germania.
- eliminazione dei “diversi”: oppositori politici (comunisti e socialisti), ebrei, slavi, zingari, handicappati (Aktion T4) e omosessuali sono deportati nei campi di concentramento, costretti a lavorare e uccisi.
⇒ durante la guerra viene dato l’avvio alla “soluzione finale del problema ebraico”: gli ebrei vengono deportati nei campi di sterminio (Auschwitz, Buchenwald, Mauthausen), dove sono utilizzati come cavie per vari esperimenti, quindi uccisi col gas, col veleno o fucilati e gettati in fosse comuni o bruciati nei forni crematori: gli ebrei uccisi dai nazisti sono 6.000.000 (genocidio, Olocausto, Shoah).
Lo Stalinismo
Alla morte di Lenin (1924), in URSS inizia la lotta per la successione alla guida del PCUS tra:
- Trockij, il fondatore dell’Armata Rossa, che sostiene la rivoluzione permanente, cioè il bisogno di diffondere la rivoluzione in altri Paesi attraverso il Comintern (Internazionale comunista).
- Stalin, il segretario del partito, che propugna l’idea del comunismo in un solo Paese.
fra i quali prevale Stalin che instaura un regime totalitario caratterizzato da:
- l’organizzazione del consenso attraverso la propaganda (cinema; pittura e scultura: “realismo socialista”; parate, organizzazioni giovanili…) viene instaurato il culto della personalità di Stalin chi fa carriera nel partito, nei servizi segreti e nella polizia entra a far parte della nomenklatura, un ceto di potenti funzionari che hanno privilegi (negozi ben forniti, mense speciali, belle case…) e che vendono favori e protezione.
- la repressione del dissenso attraverso:
- il KGB: polizia segreta che controlla gli oppositori politici e individua i “traditori”.
- le purghe: i dirigenti del PCUS poco graditi da Stalin vengono sostituiti con i suoi “fedelissimi”.
- la pena di morte o la deportazione nei gulag, campi di concentramento in Siberia (v. Arcipelago gulag di Solzenicyn), dei dissidenti.
- l’assassinio: Trockij, accusato di tradimento ed espulso, viene ucciso da un sicario in Messico nel 1940.
- l’economia di Stato:
- industrializzazione forzata: l’industria pesante (meccanica, metallurgica e siderurgica) è controllata dal Gosplan, un ente statale che organizza dei piani quinquennali (1928): ogni industria deve raggiungere alcuni obiettivi produttivi obbligatori e gli operai, che hanno bassi salari e cui viene imposto il divieto di sciopero, sono costretti a ritmi di lavoro massacranti (v. lavoro a cottimo, per cui il compenso dipende dalla produttività, e stachanovismo). ⇒
- la popolazione urbana raddoppia e sorgono seri problemi di abitazione.
- non vengono prodotti beni di consumo (vestiti, case, auto…), anzi le merci di uso comune vengono razionate.
- collettivizzazione delle terre (1929): per rifornire di cibo a basso prezzo operai e cittadini, Stalin toglie la terra ai contadini proprietari, i kulaki, che si oppongono distruggendo raccolti e macellando bestiame, ma vengono deportati e costretti al lavoro forzato nei gulag o sterminati, nascono:
- kolchoz: aziende collettive cui lo Stato concede in uso le terre e che vendono i prodotti allo Stato e ai privati.
- sovkhoz: aziende di Stato in cui i contadini ricevono un salario fisso la produzione si sviluppa a fatica e milioni di persone muoiono per le carestie.
- industrializzazione forzata: l’industria pesante (meccanica, metallurgica e siderurgica) è controllata dal Gosplan, un ente statale che organizza dei piani quinquennali (1928): ogni industria deve raggiungere alcuni obiettivi produttivi obbligatori e gli operai, che hanno bassi salari e cui viene imposto il divieto di sciopero, sono costretti a ritmi di lavoro massacranti (v. lavoro a cottimo, per cui il compenso dipende dalla produttività, e stachanovismo). ⇒
La Spagna negli anni Trenta: la Repubblica, la guerra civile e la dittatura di Franco
Dopo la dittatura militare di Primo de Rivera, per volontà del popolo la Spagna diventa una Repubblica (1931) con una Costituzione democratica con la quale i baschi e i catalani ottengono l’autonomia e con un governo di sinistra che attua importanti riforme:
- 8 ore di lavoro e salario minimo per gli operai.
- riforma agraria: le terre vengono distribuite ai contadini e i possedimenti della Chiesa sono nazionalizzati.
- l’istruzione diventa pubblica e laica, non più gestita dalla Chiesa.
⇒ il nuovo governo di centro-destra in tre anni cancella le riforme.
⇒ vince le elezioni il Fronte Popolare (1936), cioè la coalizione della Sinistra (repubblicani, socialisti, comunisti e anarchici), che riprende la politica di riforme sociali (separazione Stato/Chiesa, distribuzione dei latifondi ai contadini...), ma il generale Francisco Franco, appoggiato dai conservatori (esercito, Chiesa, latifondisti), guida un colpo di stato militare, compiuto dall’esercito e dalla Falange, un movimento fascista armato, e scatena la guerra civile (1936-39), in cui, mentre GB e Francia restano neutrali, si scontrano:
- fascisti: Mussolini e Hitler (Asse Roma-Berlino) offrono aiuti militari a Franco (la Luftwaffe bombarda Guernica→ quadro di Picasso).
- antifascisti: l’URSS offre aiuti in denaro e i volontari delle Brigate Internazionali (Orwell, Hemingway) combattono con i repubblicani.
finché Franco vince e, assumendo il titolo di “caudillo” (=duce), instaura una dittatura fascista (1939-75).
La seconda guerra mondiale: i prodromi e lo scoppio
1935
La Saar, amministrata dalla Francia dalla fine della prima guerra mondiale, torna sotto la Germania con un plebiscito.
1936
La Renania, regione tedesca al confine con la Francia che doveva rimanere disarmata, viene rimilitarizzata.
1938
Hitler invade e annette alla Germania:
- l’Austria (Anschluss) con un plebiscito (un primo tentativo di annessione nel 1934, dopo l’assassinio del primo ministro Dollfuss da parte dei nazisti austriaci, era stato fermato da Mussolini con l’invio delle truppe italiane al confine austriaco).
- i Sudeti (Cecoslovacchia) ci sono le maggiori industrie del Paese.
⇒ nella Conferenza di Monaco, grazie all’intercessione di Mussolini, Gran Bretagna e Francia accettano l’annessione, credendo che la Germania possa impedire l’espansione del comunismo russo verso occidente.
1939
- Hitler:
- fa il patto di non aggressione (Molotov - Ribbentrop) con Stalin, che prevede anche la spartizione della Polonia.
- occupa la Boemia e la Moravia (Cecoslovacchia), rivendica il corridoio di Danzica (Polonia), “città libera” persa dalla Germania con il Diktat, quindi, senza dichiarazione di guerra, invade la Polonia occidentale (1° settembre), Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania, mentre Mussolini, nonostante il Patto d’acciaio appena firmato con la Germania, dichiara la “non belligeranza italiana” (l’esercito e le industrie non sono pronti).
- Mussolini:
- firma il Patto d’acciaio con la Germania, che impegna l’Italia ad aderire alle iniziative militari tedesche (già esisteva l’Asse Roma - Berlino, del 1936, in cui la Germania riconosceva la conquista italiana dell’Etiopia).
- invade la poverissima Albania già protettorato italiano.
La seconda guerra mondiale: 1940
- Hitler:
occupate la Danimarca e la Norvegia neutrali, invade Belgio, Olanda, Lussemburgo anch’essi neutrali, per realizzare la “guerra-lampo” (Blitzkrieg) contro la Francia (fronte occidentale): i tedeschi aggirano la linea di difesa francese “Maginot” di fronte alla linea tedesca “Sigfrido” e sconfiggono l’esercito nemico cogliendolo di sorpresa; gli inglesi fuggono da Dunkerque.
⇒ Parigi è occupata dai tedeschi (14 giugno): la Francia del nord è sotto il diretto controllo dei tedeschi; nel sud il capo del governo di destra, il maresciallo Pétain, firma l’armistizio e forma un governo collaborazionista con sede a Vichy; intanto il generale De Gaulle da Radio Londra incita i francesi alla resistenza e costituisce il governo in esilio della “Francia libera”.
⇒ Hitler decide l’invasione della Gran Bretagna (operazione “Leone marino”) perché il capo del governo, Winston Churchill, aveva rifiutato la pace: Hitler si ritira dopo la “battaglia d’Inghilterra” tra le aviazioni Luftwaffe e Raf, che ha a disposizione Spitfire (caccia con motori Rolls Royce) e radar, durante la quale le città tedesche e inglesi vengono bombardate, mentre la Royal Navy prevale nella “battaglia dell’Atlantico”, nonostante la guerra sottomarina tedesca (gli U-Boot attaccano le navi mercantili): la potente corazzata Bismarck viene affondata (1941).
- Mussolini:
- dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna (10 giugno) contro il parere del re e del ministro degli esteri Galeazzo Ciano, perché crede che Hitler vincerà presto, ma i francesi vincono sulle Alpi e gli inglesi nel Mediterraneo (grazie ai radar e alle basi navali di Gibilterra, Malta e Alessandria d’Egitto) e occupano le colonie italiane in Africa (Cirenaica: Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea).
⇒ la Germania manda rinforzi con il generale Rommel, la “volpe del deserto” (fronte dell’Africa del nord).
⇒ gli angloamericani del generale Eisenhower vincono a El Alamein (Egitto, 1943) e cacciano i tedeschi.
- firma il Patto tripartito con Germania e Giappone (Asse Roma - Berlino - Tokyo) per la spartizione del mondo, quindi decide l’invasione della Grecia, che però resiste: Mussolini perde consensi, anche se l’Italia evita la sconfitta grazie all’intervento, nel 1941, dell’esercito tedesco, che invade anche la Jugoslavia, dove i partigiani del maresciallo Tito organizzano la resistenza.
- dichiara guerra a Francia e Gran Bretagna (10 giugno) contro il parere del re e del ministro degli esteri Galeazzo Ciano, perché crede che Hitler vincerà presto, ma i francesi vincono sulle Alpi e gli inglesi nel Mediterraneo (grazie ai radar e alle basi navali di Gibilterra, Malta e Alessandria d’Egitto) e occupano le colonie italiane in Africa (Cirenaica: Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea).
- Stalin, dopo aver occupato la Polonia orientale, come stabilito nel patto Molotov - Ribbentrop, invade le repubbliche baltiche e la Finlandia.
La seconda guerra mondiale: 1941-1942
1941
- Hitler decide:
- l’invasione dell’URSS (operazione “Barbarossa”) per una “guerra-lampo” (fronte orientale: 1600 km) con l’aiuto dell’Armir (Armata Italiana in Russia), che però è male armata e male equipaggiata, e di reparti ungheresi, rumeni e finlandesi: inizia lo sterminio dei civili russi, considerati di razza inferiore perché slavi. ⇒
- nasce alleanza URSS-GB-USA.
- inizia una guerra di posizione durante la quale il “generale inverno” e la resistenza dell’Armata Rossa e dei partigiani, che usano la tattica della “terra bruciata”, fermano i tedeschi, mentre Stalin fa smantellare e ricostruire centinaia di industrie oltre gli Urali, in zona sicura dopo gli assedi di Leningrado (oggi San Pietroburgo; 900 giorni) e Stalingrado (oggi Volgograd; 6 mesi 1942-43), inizia la ritirata di Russia (1944): l’80% dei soldati tedeschi e italiani sono morti.
- la “soluzione finale”, cioè il genocidio degli ebrei e lo sterminio dei “diversi” nei campi di sterminio (Auschwitz, Birkenau, Treblinka...).
- l’invasione dell’URSS (operazione “Barbarossa”) per una “guerra-lampo” (fronte orientale: 1600 km) con l’aiuto dell’Armir (Armata Italiana in Russia), che però è male armata e male equipaggiata, e di reparti ungheresi, rumeni e finlandesi: inizia lo sterminio dei civili russi, considerati di razza inferiore perché slavi. ⇒
- presidente democratico USA F.D.Roosevelt:
- approva la legge degli affitti e dei prestiti (Lend-Lease Act): gli USA, pur rimanendo neutrali, offrono armi agli stati in guerra contro l’Asse (GB, URSS…), anche in cambio dell’affitto delle loro basi navali.
- stila con Churchill la Carta Atlantica: le potenze democratiche devono portare avanti una guerra antifascista e poi, tornata la pace, promuovere il disarmo e la cooperazione internazionale ⇒ anche Stalin firma il documento.
⇒ la flotta USA viene attaccata via aerea dal Giappone, senza dichiarazione di guerra, a Pearl Harbor (Hawaii, 7 dicembre).
⇒ gli USA entrano in guerra ma il Giappone riporta importanti vittorie sul fronte del Pacifico.
1942
Inizia la riscossa degli Alleati contro le potenze dell’Asse:
- Fronte orientale: i russi resistono all’assedio tedesco e costringono alla resa i soldati nemici nella battaglia di Stalingrado.
- Fronte del Pacifico: la flotta USA sconfigge quella giapponese nella battaglia delle isole Midway.
- Fronte africano: gli inglesi del gen. Montgomery vincono gli italo-tedeschi nella battaglia di El Alamein nel deserto egiziano.
Italia, 1943: la caduta del Fascismo e l’occupazione tedesca
Sin dal 1942 le città italiane (Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari) sono sottoposte ai bombardamenti alleati che provocano la fuga degli sfollati nelle campagne e aggravano la miseria della popolazione (v. mercato nero e tessera annonaria).
⇒ la gente è stanca della guerra e del Fascismo e gli operai organizzano degli scioperi nel Nord (marzo): settori sociali favorevoli al fascismo (industriali, autorità della Chiesa, nazionalisti, liberali, militari) temono la rivoluzione e spingono il re ad accelerare la caduta del Fascismo (25 luglio):
- mentre ormai è avvenuto lo sbarco alleato in Sicilia (10 luglio): sotto la guida del generale Patton (USA) e del maresciallo Montgomery (GB) gli Alleati risalgono la penisola fino alla linea Gustav (Cassino, Frosinone).
- il Gran Consiglio del Fascismo vota la sfiducia contro Mussolini; il re, dato l’incarico di governo al maresciallo Badoglio, fa arrestare il dittatore, che viene mandato in esilio sul Gran Sasso.
⇒ Badoglio, soppressi il PNF e i tribunali speciali e rimessi in libertà gli antifascisti, firma in segreto l’armistizio di Cassibile (Sicilia) con gli Alleati (3 settembre) che viene reso noto l’8 settembre e cui fanno subito seguito.
- la fuga del re e di Badoglio a Brindisi dove sono protetti dagli Alleati, che nel frattempo sono sbarcati a Reggio Calabria e a Salerno, e da dove dichiarano guerra alla Germania (13 ottobre) ⇒ l’esercito italiano, abbandonato a se stesso, è nel caos.
- l’occupazione nazista: i tedeschi, sotto il comando del feldmaresciallo Kesserling:
- liberano Mussolini che fonda nel Centro-Nord la Repubblica Sociale Italiana (RSI) o Repubblica di Salò sul lago di Garda (Lombardia) occupata e controllata dai tedeschi.
⇒ nel processo di Verona vengono giudicati i gerarchi che avevano sfiduciato Mussolini il 25 luglio: ritenuti colpevoli di tradimento, vengono fucilati (tra loro c’è Galeazzo Ciano, marito di Edda, figlia del duce).
⇒ Gruppi di fascisti (Brigate Nere, Decima Mas di Junio Valerio Borghese) si abbandonano a violenze contro ebrei, partigiani e civili.
- compiono rappresaglie, rastrellamenti, eccidi come alle Fosse Ardeatine (Roma), a Marzabotto (Bologna), a Sant’Anna di Stazzema (Lucca).
⇒ ai tedeschi si oppone la Resistenza di:
- soldati che si scontrano, aiutati dai civili, con le SS a Roma (porta San Paolo) e vengono sterminati a Cefalonia (isola greca).
- partigiani, cioè cittadini volontari armati che compiono azioni di guerriglia e sabotaggio organizzati in Brigate (v. B. Garibaldi legata al PCI) e GAP (Gruppi Azione Patriottica nelle città), coordinati dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN, con sede a Roma: DC ex PPI, PLI, PRI, PSI, PCI, Partito d’Azione repubblicano) e dal comando alleato.
⇒ Napoli insorge e caccia i nazisti (le “Quattro giornate di Napoli”).
⇒ l’Italia meridionale, liberata, diventa, sotto Vittorio Emanuele III, il Regno del Sud.
- liberano Mussolini che fonda nel Centro-Nord la Repubblica Sociale Italiana (RSI) o Repubblica di Salò sul lago di Garda (Lombardia) occupata e controllata dai tedeschi.
La seconda guerra mondiale: 1944-1945
1944
- Italia:
Mentre si formano i primi governi di unità nazionale (Badoglio, poi Bonomi) con tutti i partiti antifascisti, gli Alleati dopo lo sbarco ad Anzio compiono la liberazione di Roma (4 giugno) e costringono i tedeschi a ritirarsi oltre la linea gotica (Rimini-Forte dei Marmi), mentre i partigiani liberano Firenze (agosto).
- Francia:
Roosevelt, Churchill e Stalin si riuniscono a Teheran (Iran) e organizzano l’operazione “Overlord”, cioè lo sbarco in Normandia (6 giugno, “D-Day”) del generale Eisenhower, cui seguono lo sbarco in Provenza e la liberazione di Parigi (agosto) a opera della Resistenza francese.
⇒ il generale De Gaulle, capo della Resistenza francese, viene accolto come un eroe.
- Jugoslavia:
I partigiani comunisti guidati dal maresciallo Tito (Josip Broz) liberano il territorio nazionale dalle truppe italo-tedesche che lo occupavano dal 1941, compiendo in Istria e Dalmazia esecuzioni sommarie collettive di italiani come vendetta per l’“italianizzazione forzata” e l’invasione della Jugoslavia realizzate dal fascismo; tra il 1943 e il 1947 i corpi delle vittime (fascisti, cattolici, socialisti, membri del CLN, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini), vengono gettati nelle foibe, delle depressioni carsiche usate come fosse comuni.
⇒ la nuova assemblea costituente eletta dal popolo, composta soprattutto da membri del Fronte Nazionale di Tito, proclama la Repubblica Federale di Jugoslavia (1945).
1945
- Italia:
Il CLN proclama l’insurrezione generale del Nord (25 aprile).
⇒ i tedeschi si arrendono e la RSI cade: la Liberazione dell’Italia è compiuta.
⇒ Mussolini tenta di fuggire in Svizzera, ma, catturato dai partigiani a Dongo (Lago di Como), viene fucilato: il suo cadavere, insieme a quello della sua amante Claretta Petacci, viene esposto a Piazzale Loreto a Milano.
- Germania:
I bombardamenti alleati radono al suolo molte città tedesche (Dresda: 100.000 morti).
⇒ i militari organizzano un attentato (fallito) a Hitler che poi si rifugia in un bunker (rifugio sotterraneo corazzato) e ordina la leva dei quattordicenni, ma, dopo l’ingresso dei sovietici a Berlino (30 aprile), si suicida con l’amante Eva Braun e la famiglia del gerarca Goebbels.
⇒ viene firmata la resa della Germania (maggio).
- Giappone:
Gli americani compiono pesanti bombardamenti sulle città giapponesi.
⇒ i giapponesi rispondono con i Kamikaze (= vento divino), dei piloti che si gettano con aerei pieni di bombe sulle navi USA.
⇒ il Giappone respinge l’ultimatum USA e, con il consenso di Stalin, il nuovo presidente democratico Truman decide di sganciare la bomba atomica appena sperimentata a Los Alamos (California) da Oppenheimer, su Hiroshima (6 agosto) e Nagasaki (9 agosto): 150.000 morti, 150.000 feriti e quasi 150.000 morti negli anni seguenti per le radiazioni.
⇒ l’imperatore Hiroito firma la resa del Giappone e i capi di Stato Maggiore si uccidono facendo harakiri.
La seconda guerra mondiale: la pace
Nel febbraio 1945 Roosevelt, Churchill e Stalin si erano riuniti nella conferenza di Yalta (Crimea, Mar Nero) per discutere della sorte della Germania dopo la guerra: il Paese sarebbe stato diviso in 4 zone di occupazione militare, controllate da USA, URSS, GB e Francia.
⇒ dal luglio all’ottobre del 1946 si svolge la conferenza di pace di Parigi durante la quale si decide il nuovo assetto politico dell’Europa:
- Germania:
il territorio tedesco viene ridotto a vantaggio della Polonia che ottiene la Prussia orientale (milioni di tedeschi emigrano entro i nuovi confini) e diviso in 4 zone di occupazione, sotto il controllo delle 4 potenze vincitrici (v.Yalta); la città di Berlino, all’interno della zona sovietica, è divisa in 4 settori, controllati dai 4 eserciti alleati.
⇒ nel 1949 nascono:
- la Repubblica Federale Tedesca (capitale Bonn) a ovest: le zone occupate da USA, GB e Francia vengono unificate.
- la Repubblica Democratica Tedesca (capitale Pankow, Berlino) a est.
- Italia:
perde alcuni territori:
- cede alla Francia Briga e Tenda, in Piemonte.
- cede alla Jugoslavia parte della Venezia Giulia, l’Istria e le città di Fiume e Zara (Dalmazia), città che erano passate all’Italia nel 1924 con un trattato firmato da Mussolini (la Dalmazia era rimasta alla Jugoslavia).
- nasce il “territorio libero di Trieste” diviso in 2 zone, amministrate dagli Alleati e dalla Jugoslavia fino al 1954, quando la zona A con la città di Trieste passa dall’amministrazione alleata a quella italiana, per poi divenire parte del territorio nazionale nel 1975 (Trattato di Osimo: la zona B, l’Istria nord-occidentale, passa alla Jugoslavia).
- cede alla Grecia le isole del Dodecaneso, occupate dall’Italia durante la guerra contro la Turchia per il possesso della Libia (1911 - 1912).
- l’Albania torna indipendente.
- le colonie africane tornano indipendenti tra il 1950 e il 1960.
- URSS:
annette vari territori:
- le repubbliche baltiche, per cui inizia la “sovietizzazione”.
- parti di Finlandia, Germania, Polonia, Cecoslovacchia, Romania.
- Austria:
viene occupata dalle 4 potenze vincitrici fino al 1955, poi diventa una repubblica indipendente costretta alla neutralità.
Tra il 1945 e il 1946
le potenze vincitrici prendono altre importanti decisioni:
- la fondazione dell’ONU (San Francisco, giugno 1945), l’Organizzazione delle Nazioni Unite che sostituisce la Società delle Nazioni.
- l’istituzione di un tribunale internazionale per punire i criminali nazisti: tra il 1945 e il 1946 si svolge il processo di Norimberga durante il quale i giudici rappresentanti le 4 potenze vincitrici comminano 12 condanne a morte e altre pene detentive per i massimi esponenti del Terzo Reich.
Nel frattempo in Grecia, liberata dai partigiani dalle truppe di occupazione italo-tedesche (1944), scoppia la guerra civile tra i diversi gruppi che avevano dato vita alla Resistenza: i comunisti proclamano la Repubblica nel Nord, ma alla fine prevalgono i monarchici sostenuti da GB e USA (1949).
I due blocchi e la guerra fredda
- Gli accordi politici di Yalta (Crimea).
- Gli accordi economici di Bretton Woods (USA).
sanciscono il declino dell’Europa e la nascita di un nuovo ordine mondiale:
- Primo mondo: USA + Europa occidentale, Canada, Giappone, Australia.
- Capitalismo (economia di mercato).
- Pluralismo politico (democrazia liberale).
- Libertà di opinione.
- Accordi economici: il Piano Marshall (1947) prevede la distribuzione gratuita di beni di consumo e la concessione di prestiti per la ricostruzione al fine di evitare che la povertà e il malcontento portino voti ai partiti comunisti e al fine di far crescere l’influenza statunitense sull’Europa occidentale.
- Accordi militari: NATO (1949), che include anche la Turchia.
- Secondo mondo: URSS + Europa orientale (paesi-satelliti dell’URSS) tranne Jugoslavia di Tito e Albania.
- Comunismo (economia di Stato): lo Stato garantisce lavoro, pensioni e assistenza sanitaria, ma scarseggiano i beni di consumo (alimentari, abiti, scarpe, elettrodomestici…).
- Partito unico (democrazia popolare).
- Soppressione delle libertà.
- Accordi economici: Comecon (i paesisatelliti sono fornitori di materie prime e mercati per i prodotti sovietici; lo studio del russo è obbligatorio).
- Accordi militari: Patto di Varsavia (1955).
- Terzo mondo: Asia, Africa, America Latina.
- sottosviluppo.
Nonostante la nascita dell’ONU (1945, San Francisco; dal 1951 la sede è New York), inizia un periodo di profonda ostilità e forte tensione tra i primi due blocchi, tra i quali è calata una “cortina di ferro” (Churchill) che prende il nome di guerra fredda ed è caratterizzato da:
- la corsa agli armamenti: bomba atomica (URSS nel 1949), bomba a idrogeno, missili, armi chimiche e batteriologiche.
⇒ si crea un vero e proprio “equilibrio del terrore”.
- la corsa allo Spazio:
- primo satellite artificiale (Sputnik, 1957): URSS.
- primo essere vivente (cagnetta Laika, 1957): URSS.
- primo uomo (Yuri Gagarin, un’orbita completa attorno alla Terra, 1961): URSS.
- sbarco sulla Luna (Armstrong e Aldrin, 1969): USA.
- l’allargamento della sfera di influenza: USA e URSS controllano vari governi nazionali sia economicamente sia militarmente.
La guerra fredda si svolge su due fronti
- USA
- fronte interno:
- maccartismo (1950-54): il senatore repubblicano McCarthy guida la Commissione per le attività antiamericane, che inizia una “caccia alle streghe” contro sospetti comunisti, spesso solo perché anticonformisti: politici, impiegati pubblici, personaggi famosi… sono allontanati dal lavoro, dal Paese (Chaplin) o condannati a morte (coniugi Rosenberg, scienziati) il maccartismo finisce quando il senatore McCarthy accusa anche il presidente repubblicano Eisenhower.
- fronte esterno:
- “neocolonialismo economico”: attraverso il sostegno economico ai governi anticomunisti influenzano le politiche dei vari Stati alleati.
- intervento militare contro governi comunisti anche democraticamente eletti: intervento diretto (guerre di Corea e Vietnam; Panama, 1989), finanziamenti e addestramento di guerriglieri (Guatemala, 1954; Cuba, 1961; Nicaragua, 1979-90), organizzazione di golpe attraverso la CIA (Cile, 1973): l’intervento USA in Sudamerica favorisce la nascita di dittature militari ostacolando il rinnovamento sociale a vantaggio delle multinazionali statunitensi che hanno investito denaro in quei Paesi.
- fronte interno:
- URSS
- fronte interno:
- repressione del dissenso: arresti, lavori forzati nei campi di concentramento (gulag), esilio (Solzenicyn, Nobel per la letteratura autore di “Arcipelago gulag”, è espulso; il fisico nucleare Sacharov, Nobel per la pace, è arrestato e mandato al confino), ospedali psichiatrici…
- fronte esterno:
- “neocolonialismo economico”: v.USA.
- intervento militare nei paesi-satelliti che chiedono democrazia (Ungheria, 1956: il governo Nagy, comunista, è aperto ad altri partiti; Cecoslovacchia, 1968: Dubcek, il segretario del partito comunista e capo del governo che dà vita alla “primavera di Praga” – periodo di riforme come, ad esempio, l’abolizione della censura - viene incarcerato) o in appoggio di governi comunisti (Afghanistan, 1979 - 90: i mujaheddin, i partigiani islamici, vincono).
- fronte interno:
La guerra fredda: le guerre di Corea e Vietnam
La guerra di Corea (1950-53)
Alla fine della seconda guerra mondiale la Corea, ex colonia giapponese, viene divisa in due parti:
- Corea del Nord, comunista.
- Corea del Sud, filoamericana.
Nel 1950 la Corea del Nord invade la Corea del Sud per ottenere la riunificazione.
⇒ L’ONU invia il generale USA Mac Arthur che si spinge nel territorio del Nord, ma intervengono le truppe cinesi e sovietiche e costringono gli statunitensi alla ritirata: Mac Arthur chiede al presidente Truman di lanciare la bomba atomica sulla Cina, ma viene destituito.
⇒ la Corea resta divisa lungo il 38° parallelo.
La guerra del Vietnam (1955-75)
Dopo l’indipendenza dalla Francia, il Vietnam viene diviso in due parti lungo il 17° parallelo:
- Vietnam del Nord, comunista (capitale Hanoi).
- Vietnam del Sud, sotto una dittatura filoamericana (capitale Saigon).
Il capo del governo del Nord Ho Chi Minh inizia una guerriglia contro la dittatura del Sud.
⇒ il presidente USA Kennedy invia aiuti al Sud: i Vietcong, i partigiani vietnamiti, però resistono e il neopresidente USA Johnson decide:
- rappresaglie contro i civili: incendi di villaggi, torture, esecuzioni sommarie…
- l’uso di armi chimiche e di napalm, una gelatina incendiaria, nella giungla, provocando un disastro anche ecologico.
⇒ l’opinione pubblica mondiale e soprattutto statunitense è indignata e dà vita a numerose manifestazioni di protesta tanto che il presidente Nixon decide di lasciare il Paese.
- il Vietnam viene riunificato e la capitale diventa Ho Ci Minh (ex Saigon).
- i miti dell'invincibilità dell’esercito USA e della “guerra giusta” crollano: la sconfitta scuote gli USA così come le immagini dei villaggi bruciati (v. massacro di My Lai, ricostruito nel film Vittime di guerra), delle vittime delle armi chimiche e delle torture, dei soldati USA annientati dagli attacchi dei vietcong; in seguito inizia il dramma dei reduci, che, dopo aver compiuto e subito gli orrori della guerra, si rifugiano nell'alcool, nella droga e nella violenza (v. i film Rambo di Kotcheff, Apocalypse Now di Coppola, Full Metal Jacket di Kubrick, Platoon e Nato il 4 luglio di Stone, Il cacciatore di Cimino).
La guerra fredda: la distensione e le crisi internazionali
Negli anni Cinquanta inizia la coesistenza pacifica, cioè un periodo di dialogo tra i due blocchi, grazie a tre importanti personaggi:
- Krusciov: dopo la morte di Stalin (1953), diventa segretario del PCUS e inizia la destalinizzazione, (1956) denunciando i crimini commessi dal dittatore.
- Giovanni XXIII: Angelo Roncalli, il “papa buono” eletto nel 1958, con il Concilio Vaticano II (1962-65) modernizza la Chiesa (messa nelle lingue nazionali e non in latino, dialogo con le altre religioni, attenzione ai giovani e alla giustizia sociale…) e fa un appello contro la guerra “a tutti gli uomini di buona volontà” con l'enciclica “Pacem in terris”.
- Kennedy (JFK): il presidente democratico USA promuove la politica della “nuova frontiera” in favore dei neri, che hanno combattuto numerosi nell’esercito statunitense, e dei poveri, mentre il pastore protestante Martin Luther King guida un movimento non violento per i diritti civili dei neri che negli Stati del Sud sono vittime della segregazione razziale (scuole, locali e mezzi pubblici; v. Rosa Parks che nel 1955 in Alabama si rifiuta di cedere il posto a un bianco su un autobus e viene arrestata) e in molti Stati vivono in quartieri-ghetto e sono colpiti dalla disoccupazione.
⇒ dopo l’omicidio di Kennedy (Dallas, 1963), il presidente Lyndon Johnson nel 1964 vara le leggi per l’integrazione razziale.
⇒ anche M.L.King viene assassinato (Memphis,1968).
Anche nel periodo della “distensione” tra i due blocchi, però, si verificano delle crisi internazionali:
- Polonia (1956): una rivolta operaia appoggiata dalla Chiesa allontana il Paese dall'URSS e dà l'avvio a un periodo di democratizzazione.
- Ungheria (1956): una rivolta popolare per la democrazia viene repressa con l'intervento dei carri armati dell'URSS.
- Berlino (1961): viene costruito il “muro della vergogna” fra la zona est e quella ovest.
- Cuba (1959-62): nel 1959 nell’isola, dove c'è la dittatura filoamericana di Batista, scoppia una rivoluzione della borghesia cittadina e dei contadini guidati dall’avvocato Fidel Castro e dal medico Ernesto Guevara detto “El Che”.
⇒ vengono fatte delle riforme e vengono confiscati i beni statunitensi.
⇒ i cubani che appoggiano Batista e che sono fuggiti negli USA organizzano lo sbarco nella Baia dei Porci con l’aiuto della CIA e il consenso di Kennedy, ma vengono sconfitti e Castro instaura un regime comunista appoggiato dall’URSS (1960).
⇒ “crisi dei missili”: nel 1962 l’URSS di Krusciov si prepara a installare sull’isola dei missili a testata nucleare, ma Kennedy dà l’ultimatum all’URSS e Krusciov fa rientrare le navi che trasportano i missili.
La decolonizzazione
La decolonizzazione è un processo storico che si è verificato dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando le nazioni europee hanno iniziato a perdere il controllo dei loro territori coloniali in Asia, Africa e America Latina. Questo processo è stato caratterizzato da diverse fasi e ha portato alla fine degli imperi coloniali europei.
Il tramonto degli imperi coloniali
La decolonizzazione è stata resa possibile dalla fine del dominio delle potenze coloniali europee. La seconda guerra mondiale ha infatti portato alla distruzione di gran parte dell'Europa, all'affermarsi degli Stati Uniti come potenza mondiale e alla nascita di nuove ideologie come il comunismo. Questi fattori hanno indebolito il potere delle potenze coloniali europee e favorito la crescita del nazionalismo e dei movimenti indipendentisti nei paesi colonizzati.
Asia, Africa, America: le quattro fasi della decolonizzazione
La decolonizzazione si è verificata in diverse fasi in Asia, Africa e America Latina. La prima fase si è verificata in Asia dopo la fine della seconda guerra mondiale, con l'indipendenza dell'India nel 1947 e la successiva indipendenza di molti altri paesi asiatici. La seconda fase si è verificata in Africa negli anni '50 e '60, con la maggior parte dei paesi africani che hanno ottenuto l'indipendenza dagli Stati europei. La terza fase si è verificata in America Latina negli anni '60 e '70, con molti paesi che hanno ottenuto l'indipendenza dagli Stati Uniti e dalla Spagna. Infine, la quarta fase si è verificata nei territori britannici dell'Oceano Indiano, con l'indipendenza di Mauritius e delle Seychelles.
La nascita dello Stato di Israele
La decolonizzazione ha portato anche alla nascita dello Stato di Israele nel 1948. Dopo la seconda guerra mondiale, il movimento sionista ha chiesto un proprio Stato per gli ebrei, sostenendo che la Shoah avesse dimostrato la necessità di un rifugio sicuro per gli ebrei. Nel 1947, l'Organizzazione delle Nazioni Unite ha deciso di spartire la Palestina tra un futuro Stato ebraico e uno stato palestinese, ma il conflitto tra i due popoli è iniziato subito dopo e continua tuttora.
Le guerre arabo-israeliane
La nascita dello Stato di Israele ha portato a una serie di guerre arabo-israeliane che hanno caratterizzato la storia del Medio Oriente nel XX secolo. La prima guerra arabo-israeliana si è verificata subito dopo la dichiarazione di indipendenza di Israele nel 1948 e ha visto contrapporsi gli eserciti degli Stati arabi confinanti con Israele contro l'esercito israeliano. La guerra si è conclusa con la vittoria di Israele e l'espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi dai loro villaggi. Successivamente si sono verificate altre guerre, come quella del 1967 e quella del 1973, e conflitti e tensioni che hanno portato alla continua instabilità della regione. La questione palestinese rimane una delle principali cause di conflitto tra Israele e i paesi arabi, nonché una delle principali questioni internazionali ancora irrisolte.
Il Sessantotto
Il Sessantotto è un periodo storico che si riferisce all'anno 1968, ma che in realtà si estende per un periodo più ampio che va dalla fine degli anni '50 agli anni '70. Questo periodo è caratterizzato da importanti trasformazioni sociali, culturali e politiche in tutto il mondo. Ecco alcuni dei principali aspetti di questo periodo.
L'importanza di questa data
Il 1968 rappresenta una data simbolica in cui molte forze sociali e politiche hanno trovato espressione e confluito in una serie di eventi significativi. In quel periodo, si sono verificate una serie di rivolte studentesche e operaie in molti paesi del mondo, compresa l'Italia. Queste rivolte sono state spesso accompagnate da un crescente senso di disillusione nei confronti delle istituzioni e dei governi esistenti, e hanno portato a importanti cambiamenti sociali e culturali.
Le radici del "movimento"
Le radici del movimento sessantottesco risalgono agli anni '50 e '60, in cui molte persone hanno iniziato a criticare l'autoritarismo delle istituzioni e a cercare nuove forme di espressione personale e politica. In particolare, i giovani di quegli anni hanno iniziato a ribellarsi contro l'autorità e il conformismo delle generazioni precedenti, e hanno abbracciato idee come l'uguaglianza, la libertà sessuale e l'antimilitarismo.
Droga, "liberazione" e politica
Durante il Sessantotto, l'uso delle droghe, in particolare la marijuana e l'LSD, è diventato un simbolo di ribellione e di "liberazione" dalla società borghese e dalle convenzioni sociali. Questo atteggiamento ha avuto un impatto sulla politica, e molte organizzazioni di sinistra, come i gruppi marxisti-leninisti, hanno abbracciato la causa della "liberazione" sessuale e della lotta contro le convenzioni borghesi.
Discriminazione e segregazione dei neri
Il movimento per i diritti civili dei neri negli Stati Uniti è stato un altro importante tema del Sessantotto. Il movimento ha lottato contro la segregazione razziale e la discriminazione contro i neri, e ha portato a importanti cambiamenti legislativi, come il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965.
Gli Stati Uniti contro il Vietnam
La guerra del Vietnam è stata un'altra importante questione del Sessantotto. Molti giovani, sia negli Stati Uniti che in Europa, si sono opposti alla guerra e hanno organizzato proteste contro il coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto. Questa opposizione ha portato alla fine della guerra del Vietnam nel 1975.
La "primavera di Praga"
La "primavera di Praga" è stata un'importante rivolta politica che si è verificata in Cecoslovacchia nel 1968. Il movimento ha cercato di creare un socialismo "umano" e democratico, ma è stato represso dall'invasione del paese da parte delle truppe sovietiche. Questo evento ha rappresentato un duro colpo per il movimento dei diritti civili e delle libertà individuali in Europa dell'Est e ha contribuito a rafforzare il controllo del governo comunista sulla regione per molti anni a venire.
La fine del sistema comunista
La fine del sistema comunista è stato un evento storico di grande rilevanza, che ha cambiato il volto dell'Europa e del mondo intero. Ecco i principali punti di questa trasformazione:
L’Urss entra in una crisi irreversibile
Negli anni '80 l'Unione Sovietica si trovava in una situazione economica e politica difficile, con un aumento dell'inflazione, una diminuzione della produzione industriale e un crescente malcontento sociale. Questi fattori hanno portato alla crisi del sistema comunista e alla fine dell'era Breznev.
Gorbaciov tenta di riformare politica, economia e società
Il nuovo segretario del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov, ha cercato di riformare il sistema sovietico attraverso la perestrojka e la glasnost, cercando di introdurre elementi di democrazia e di liberalizzazione economica.
1989: cadono i regimi dei Paesi satelliti e crolla il Muro di Berlino
La primavera del 1989 ha visto la caduta di una serie di regimi comunisti nei Paesi dell'Europa dell'Est, con la conseguente fine del dominio sovietico nella regione. Il 9 novembre dello stesso anno è caduto il Muro di Berlino, simbolo della divisione tra Est e Ovest.
La dissoluzione dell’Urss
Nel 1991, l'Unione Sovietica si è dissolta, portando alla fine del sistema comunista nell'Europa dell'Est. Questo evento ha rappresentato una svolta storica, con conseguenze a lungo termine sulla politica, l'economia e la cultura di tutto il mondo.
La disgregazione della Iugoslavia
La fine del sistema comunista ha portato anche alla disgregazione della Iugoslavia, con la conseguente guerra civile che ha causato decine di migliaia di morti e la pulizia etnica.
L’indipendenza di Slovenia e Croazia
Slovenia e Croazia hanno dichiarato l'indipendenza dall'ex Iugoslavia nel 1991, dando il via a un conflitto armato che ha coinvolto anche altre repubbliche.
La guerra in Bosnia e le pulizie etniche
La guerra in Bosnia ha causato la morte di oltre 100.000 persone e la pulizia etnica di migliaia di bosniaci musulmani. Questo conflitto ha rappresentato uno dei momenti più oscuri della storia dell'Europa contemporanea, evidenziando la difficoltà di gestire le tensioni etniche e religiose nella regione.
L’Italia della ricostruzione
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Italia si trovava in una situazione disperata. Il paese aveva subito enormi danni a livello infrastrutturale e produttivo, con città distrutte e industrie collassate. La ricostruzione sarebbe stata un compito difficile e costoso, ma necessario per il futuro del paese.
Il bilancio dei danni
La guerra aveva distrutto gran parte del tessuto produttivo e infrastrutturale del paese, causando la morte di centinaia di migliaia di persone e lasciando milioni di sfollati. L'economia italiana era in ginocchio, con un tasso di inflazione galoppante e una produzione industriale ridotta a una frazione di quella prebellica.
I nuovi partiti
La fine della guerra portò alla nascita di nuovi partiti politici, come la Democrazia Cristiana (DC), il Partito Comunista Italiano (PCI) e il Partito Socialista Italiano (PSI). Questi partiti rappresentavano diverse visioni politiche e ideologie, ma tutti concordavano sulla necessità di ricostruire il paese e di instaurare un sistema democratico stabile.
Nasce la Repubblica italiana
Nel 1946, gli italiani furono chiamati alle urne per decidere tra monarchia e repubblica. La maggioranza scelse la repubblica, e il 2 giugno 1946 fu proclamata la nascita della Repubblica Italiana.
La Costituzione della Repubblica italiana
La nuova Costituzione, redatta nel 1947, rappresentò un passo importante verso la stabilità e la democrazia in Italia. Essa sancì la separazione dei poteri, garantì i diritti fondamentali dei cittadini e stabilì un sistema elettorale proporzionale.
Le elezioni del 1948 e la nascita del “centrismo”
Le prime elezioni della Repubblica italiana, nel 1948, furono un momento cruciale per la stabilità del paese. Il PCI e la DC erano i due partiti più grandi e contrapposti, con visioni politiche molto diverse. Alla fine, la DC vinse le elezioni, ma la nascita del centrismo, rappresentato dal Partito Liberale Italiano e dal Partito Repubblicano Italiano, contribuì a garantire la stabilità del governo e la coesione del paese.
La Ricostruzione
La ricostruzione dell'Italia fu un'impresa enorme e costosa, che richiese ingenti investimenti e un grande sforzo da parte di tutti i cittadini. Il governo italiano ricevette aiuti finanziari dall'estero, in particolare dagli Stati Uniti attraverso il Piano Marshall, che consentirono di finanziare la ricostruzione e di avviare nuovi programmi di sviluppo economico. L'industria italiana si riprese rapidamente, grazie anche alla nascente classe imprenditoriale, e l'Italia divenne uno dei paesi più industrializzati d'Europa.
Gli anni del “boom”
Gli anni del "boom" rappresentano un periodo di grande crescita economica e sociale per l'Italia, caratterizzato da una serie di importanti cambiamenti:
Un prodigioso sviluppo
Gli anni '50 e '60 hanno visto una crescita economica senza precedenti in Italia, grazie all'industrializzazione e alla modernizzazione del Paese. La produzione industriale è aumentata notevolmente, creando nuovi posti di lavoro e una maggiore prosperità per molte famiglie italiane.
L’Italia nella Comunità europea del carbone e dell’acciaio
Nel 1951, l'Italia è entrata nella Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), un primo passo verso l'integrazione europea. Questo ha aperto nuove opportunità per l'economia italiana, favorendo lo sviluppo del commercio e degli investimenti.
Il decollo dell’Italia
Negli anni del boom, l'Italia è diventata una grande potenza economica, con un aumento della produttività, un miglioramento delle infrastrutture e una maggiore apertura verso il mondo esterno. Questo ha portato a una notevole crescita delle esportazioni e dell'occupazione.
Consumi privati e strutture pubbliche
L'aumento del reddito disponibile ha portato a un aumento dei consumi privati, con un conseguente miglioramento del tenore di vita per molte famiglie. Allo stesso tempo, il governo ha investito in nuove infrastrutture e servizi pubblici, come le autostrade, gli ospedali e le scuole.
L’emigrazione interna
Molti italiani hanno lasciato le loro regioni d'origine per cercare lavoro nelle città industriali del nord, creando un fenomeno di emigrazione interna che ha avuto un impatto significativo sulla società italiana.
L’arrivo della televisione
Negli anni '50 e '60, la televisione è diventata un mezzo di comunicazione di massa sempre più popolare in Italia, fornendo un'importante fonte di informazione e di svago per molte famiglie italiane. La televisione ha anche avuto un impatto significativo sulla cultura e sulla società del Paese.
L’Unione europea
L'Unione europea è un'organizzazione sovranazionale fondata con lo scopo di promuovere la pace, la prosperità e l'integrazione tra i Paesi europei. Ecco alcuni punti chiave riguardanti l'organizzazione dello Stato dell'Unione europea e il ruolo dell'Italia in Europa e nel mondo:
L'organizzazione dello Stato
L'Unione europea è formata da 27 Stati membri, con una serie di istituzioni e organi che si occupano di prendere decisioni e promuovere la cooperazione tra i Paesi membri. Tra le principali istituzioni dell'Unione europea ci sono la Commissione europea, il Consiglio dell'Unione europea, il Parlamento europeo e la Corte di giustizia dell'Unione europea.
L'Italia in Europa e nel mondo
L'Italia è uno dei membri fondatori dell'Unione europea, entrata a far parte dell'allora Comunità economica europea nel 1957. Da allora, l'Italia ha giocato un ruolo importante nella promozione dell'integrazione europea, partecipando attivamente ai lavori delle istituzioni europee e contribuendo alla definizione di politiche comuni in vari settori.
L'Italia è anche impegnata a livello internazionale, partecipando attivamente alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali, e svolgendo un ruolo di primo piano nella promozione della pace e della sicurezza nel mondo. Inoltre, l'Italia è impegnata nella promozione del dialogo e della cooperazione tra i Paesi mediterranei, favorendo lo sviluppo economico e sociale della regione.
SCHEMA RIASSUNTIVO
Concetti fondamentali
(1882) TRIPLICE ALLEANZA: Italia, Austia, Germania
(1907) TRIPLICE INTESA: Russia, Francia, Inghilterra
WW1 = 1914 - 1918
WW2= 1939 - 1945
Riassunto
- Presa di Roma (1870) = breccia di Porta Pia.
- Legge Coppino (1877) → elementari obbligatorie.
- Abolizione della pena di morte = codice Zanardelli (1890).
- Generale Beccaris cannoneggia le manifestazioni a Milano (1898) → Re Umberto I lo decora → Gaetano Bresci lo uccide (1900).
- Belle Epoquè = periodo di grande progresso (1880 - 1894).
- Imperialismo = dopio sfruttamento delle colonie.
- Età giolittiana (1903 - 1914 - 1921) = Aiuti economici solo al Nord, clientelismo, guerra in Libia, patto Gentiloni.
- Prima Guera Mondiale (1914 - 1918):
- Cause: questione balcanica, nazionalismi, attentato di Sarajevo (1914).
- Schieamenti: 1) Austria + Germania, Turchia, Bulgaria
|contro|
2) Sebia + Triplice intesa, Giappone, Romania e poi USA e Italia.
- Battaglie importanti: sottomarine nel mare del nord → affonda il Luisiana con cittadini USA, fiume Isonzio = ITA vs AUSTRIA, Vedun = Francia vs Germania.
- Avvenimenti importanti: USA entra in guerra (1917), Russia esce dalla guerra (1917), alleati della Serbia vincono.
- Conseguenze: diktat (germania = rep. di Weimar), smembramento impero ottomano e austrungarico, vittoria mutilata ITA → impresa di Fiume (1919 - 1920).
- Rivoluzioni russe:
- 1905: costituzione e parlamento (duma).
- 1917: bolscevichi al potere → Lenin → pace di Brest-Litovsk (1917) → URSS.
- Biennio rosso (1919 - 1920).
- Coinvolgimento PNF nelle liste parlamentari grazie a Giolitti (1921) → 35 deputati del PNF entrano in parlamento.
- Marcia su Roma (28/10/1922) → Mussolini capo del governo.
- Leggi fascistissime (1925 - 1926).
- Patti lateranensi (1929).
- Conquista di Libia (1931) e aggressione all’Etiopia.
- Leggi razziali in Italia (1938).
- Crollo della borsa USA (1929).
- Adolf Hitler cancelliere (1933) e Führer (1934 - 1945).
- Leggi razziali di Norimberga (1935).
- Notte dei cristalli (1938).
- Morte di Lenin (1924) → Stalin cancelliere PC → piani quinquennali (1928) → collettivizzazione terre (1929).
- Guerra civile spagnola (1936 - 1939) = fascismi vs URSS → Francisco Franco vince e diventa il dittatore.
- Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945):
- Pre-guerra: Saar tornano tedesche (1935), la Renaria viene riarmata (1936), la Germania annette l’Austria e i Sudeti (1938), patto d’acciaio (ITA-GE), patto Molotov-Ribbeltrop (1939).
- Causa dello scoppio: Hitler invade la Polonia (1939).
- Avvenimenti importanti: Mussolini invade l’Albania, i tedeschi occupano Parigi (1940), Hitler rompe il patto e invade l’URSS (1941), il giappone bombarda Pearl Harboor (1941) = USA entrano in guerra, 1a caduta del fascismo (1943) e Mussolini incarcerato, viene liberato da Hitler e fonda l’RSI, sbarco in Normandia (1944), foibe in Jugoslavia (1943 - 1947), Mussolini viene fucilato ed esposto a piazzale Loreto (1945), Hitler si suicida (1945), bombe atomiche sul Giappone (1945).
- Conseguenze: Germania divisa tra i vincitori, processo di Norimberga (1945 - 1946).
- Guerra Fredda (USA vs URSS).
- Guerra di Corea (1950 - 1953).
- Guerra del Vietnam (1955 - 1973).
- Muro di Berlino (1961).
- Primavera di Praga (1968).
- Caduta del muo di Berlino (1989).
- Dissoluzione URSS (1991).
- Voto per la repubblica italiana (1946) → costituzione (1948).
- Nascita EU (1993).